«Lavorate e non cercate un padrino politico, perché non ce ne sono più». È un messaggio diretto quello che Vincenzo De Luca rivolge agli operatori...
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Da qui la necessità di una svolta che passa, chiarisce il presidente della Regione, «per la qualità e la trasparenza dei progetti, che verranno premiati». Anche perché la Campania, il Sud e il resto del Paese devono puntare sulla cultura come possibile fonte di ricchezza e crescita: «È difficile che il Paese aumenti una sua produzione manifatturiera di massa e quindi il campo della cultura e della valorizzazione dei beni culturali può farci recuperare il divario rispetto ad altri Paesi». In questo senso secondo l'ex sindaco di Salerno sarà fondamentale «sostenere il tessuto delle imprese che operano nel settore»: «Abbiamo 10mila persone che lavorano in imprese culturali nella nostra regione e per valorizzarle rispetteremo prima di tutto i tempi dei pagamenti». Accanto a ciò sarà importante intervenire sugli aspetti organizzativi. Ad esempio «attraverso l'unico strumento di programmazione della Regione, Scabec, che ci consentirà anche di risparmiare sui Consigli d'amministrazione e sulle sedi: l'obiettivo è far arrivare più soldi alle aziende culturali e meno ai parassiti dei Cda».
Nel ricordare infine «l'investimento straordinario del governo nazionale sulla cultura in Campania», dalla Reggia di Caserta a Pompei, De Luca rilancia la sfida di «unire in un grande distretto turistico Roma e Napoli, che sono distanti 40 minuti di treno e costituiscono il più grande patrimonio culturale al mondo». Al fianco del presidente della giunta, tra gli altri, il sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo Antimo Cesaro, che si sofferma sulle modalità di accesso alle risorse comunitarie: «Serviva uno strumento che desse carburante alla scelta strategica del governo di puntare su cultura e turismo quali fattori di crescita per l'economia e l'occupazione per i prossimi anni, soprattutto nel Mezzogiorno. Questo strumento esiste, si chiama Cultura Crea e rientra tra gli interventi del Pon 2014-2020. Si tratta di un programma di incentivi per creare e sviluppare iniziative imprenditoriali nel settore dell'industria culturale-turistica e per sostenere le imprese no profit che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle 5 regioni del Sud». In particolare, osserva Cesaro, «vengono stanziati 41,7 milioni per le nuove imprese operanti sul territorio di una delle cinque regioni interessate. Per le aziende già attive nel settore dell'industria culturale e turistica nonché per quelle del terzo settore vengono stanziati rispettivamente 37,8 e 27,4 milioni, purché si operi nelle aree di influenza degli attrattori. È inoltre prevista una dotazione finanziaria aggiuntiva di 7 milioni da redistribuire proporzionalmente sui tre filoni».
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Il Mattino