I familiari: «Era peggiorata all'improvviso. Ora preghiamo»

I familiari: «Era peggiorata all'improvviso. Ora preghiamo»
Il momento più buio è stato venerdì scorso. Un venerdì di sgomento e panico. «Non ci aspettavamo che la situazione precipitasse, Irene col Berlin Heart stava bene, giocava,...

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Il momento più buio è stato venerdì scorso. Un venerdì di sgomento e panico. «Non ci aspettavamo che la situazione precipitasse, Irene col Berlin Heart stava bene, giocava, era piena di vita. Era tornata la bambina che conoscevamo. Invece all'improvviso ha cominciato a lamentarsi, ci siamo accorti che aveva avuto una paresi al braccio sinistro. Abbiamo urlato, chiamato i medici. Il dottor Andrea Petraio era a casa e, come già altre volte, ha lasciato tutto ed è corso in ospedale». A raccontare l'inizio del nuovo incubo è Tina, la nonna paterna della piccola nata due anni e mezzo fa al lotto G di Scampia. Accanto a lei, i giovanissimi genitori di Irene, Moreno e Arianna, due ragazzi di 19 anni che sono diventati genitori a 17, sono sfiniti da una notte e un giorno senza fine. «Questo organo doveva arrivare prima - si rammarica Tina col filo di voce che l'è rimasto -, ma almeno adesso abbiamo una nuova speranza».




Il cuore che mamma Arianna tanto ha invocato è arrivato ieri verso le cinque. «Il dottor Petraio ci ha chiamati martedì notte e ci ha chiesto di venire in ospedale per darci questa bella notizia», continua la madre di Moreno. Arianna è consumata dall'attesa, e riesce a dire poche parole: «È stata una giornata lunghissima, l'abbiamo vissuta in ospedale con tutta la famiglia. Irene è entrata in sala operatoria verso mezzogiorno ed è uscita alle nove. Ma sono stati tutti bravissimi: il dottor Petraio, il dottor Caianiello e tutto lo staff», sospira la giovane mamma, che da mesi s'è trasferita suo malgrado al quinto piano del Monaldi, nella Cardiochirurgia pediatrica. Adesso che il trapianto è riuscito, la tormenta una sola cosa: «Ha avuto dei danni al cervello, spero che non siano stati colpiti gli occhi. Voglio che mia figlia torni a vedermi».



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Il Mattino