Ci prova Gianni Cuperlo, leader della minoranza Pd e avversario di Matteo Renzi alle primarie, a non alzare i toni dello scontro sui paletti che la maggioranza vorrebbe imporre...
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Crede che la segreteria, e Renzi in particolare, dopo la moratoria chiesta facciano marcia indietro e in caso contrario voi della minoranza cosa pensate di fare?
«Voglio sperare che per una volta maggioranza e minoranza non contino. Molto semplicemente quella proposta per merito, tempi e modi era un errore e confido che il primo a capirlo sia stato il premier. Per me va benissimo la richiesta di una moratoria. Faccio solo notare che a creare il caso non è stato un passante ma il vertice del Nazareno».
Anche lei ritiene che si tratti di una norma ad personam?
«Ripeto, è una norma sbagliata. Punto. Le racconto una cosa: alla vigilia dell'ultimo congresso ci fu chi propose alla direzione del Pd un cambio delle regole in modo da far votare solo gli iscritti. Era una novità che avrebbe indebolito Renzi e io mi opposi con l’argomento che le regole non si cambiano in corsa o per penalizzare qualcuno. Lo pensavo allora e lo penso adesso».
Ogni volta che si parla di primarie si riaccendono liti e si scatenano gialli: dai cinesi che andarono a votare a Napoli allo scontro sull'esito del voto a Genova che ha determinato lo strappo di Cofferati. Insomma queste primarie non portano bene al Pd: non sarebbe il caso di farne a meno o quantomeno di riformarle nel profondo?
«Se aumentano i furti di ciclomotori la risposta non è mettere fuorilegge i motorini ma arrestare i ladri. Tradotto, le primarie sono uno strumento formidabile di partecipazione ma regolamentarle è il modo migliore di conservarne lo spirito. Questo vuol dire stabilire regole chiare, un albo degli elettori, tetti di spesa per i candidati, e in prospettiva non va esclusa una legge che ne disciplini lo svolgimento».
L'ex ministro Parisi sostiene intanto che le primarie sono state travisate e i gazebo vengono utilizzati solo per ratificare scelte già prese: è d'accordo?
«Dipende, non è così dappertutto. A me preoccupano fenomeni locali con accordi alla luce del sole con esponenti del centrodestra come è accaduto mesi fa in Liguria».
Qualora ci fosse solo una raccomandazione e non un vincolo, Bassolino o altri farebbero bene a candidarsi ugualmente o dovrebbero rispettare l'indicazione del vertice?
«Ho troppa stima di Bassolino per dargli consigli. Ma se un uomo con la sua biografia sceglie di mettersi di nuovo al servizio della sua città è legittimo avere opinioni diverse, ma si dovrebbe usare un linguaggio di rispetto sul piano umano prima ancora che politico. Non è questione di stile ma di sostanza».
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Il Mattino