Dad, a Napoli anche gli universitari protestano: «Vogliamo gli Stati Generali dell'Università Campana»

Dad, a Napoli anche gli universitari protestano: «Vogliamo gli Stati Generali dell'Università Campana»
Non solo scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Anche gli studenti universitari della Campania, da mesi lontani dalle aule degli atenei a causa...

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Non solo scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Anche gli studenti universitari della Campania, da mesi lontani dalle aule degli atenei a causa dell’emergenza sanitaria, protestano contro la didattica a distanza. Un gruppo di ragazzi del sindacato universitario Link Napoli ha manifestato questa mattina davanti alla sede principale della Federico II, in corso Umberto a Napoli,  per chiedere «un tavolo di confronto tcon tutti i soggetti che hanno capacità decisionale su ogni aspetto del diritto allo studio universitario in regione».

«Stati Generali dell’Università campana: università accessibili e gratuite per tutti» si leggeva su uno striscione esposto all’esterno dell’edificio storico dell’ateneo federiciano. «Vogliamo riappropriarci di quelli che sono i nostri spazi all'interno dell'università, vogliamo che le nostre voci vengano ascoltate – ha sottolineato Giammarco Vitagliano, rappresentante del sindacato - Noi siamo per le lezioni in presenza, ovviamente nel rispetto delle misure di sicurezza, perché la pandemia ci ha manifestato come effettivamente la didattica a distanza non sempre rispetti quelle che sono le esigenze degli studenti e delle studentesse”.

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Una su tutte, anche in questo caso, la necessità di infrastrutture digitali adeguate. «Non tutti hanno accesso a una rete wifi a casa, o semplicemente non hanno supporto economico per poter acquistare dispositivi elettronici necessari a seguire le lezioni. Non facciamo questo perché non ci sta a cuore e la salute delle persone – continua Vitagliano -  ma il virus ha messo ancora più in risalto le contraddizioni sociali che viviamo sulla nostra pelle, quindi vorremmo far capire alle istituzioni, al presidente De Luca e a chi ci governa che vogliamo semplicemente essere ascoltati».  

Uno scenario, come spiegato dai i manifestanti, aggravato dalle scadenze delle tasse universitarie, che non aspettano la scomparsa del virus, e da ritardi nell’erogazione delle borse di studio. «Ci oltre 16.000 studenti stimati senza posto alloggio in tutto il Paese – hanno evidenziato gli studenti – per molti e molte è impossibile pagare le tasse e migliaia di studenti e studentesse che non hanno materialmente accesso alla didattica online, al momento non vi è un euro in più in legge di bilancio sull’Università e il diritto allo studio, né la Regione, l’Adisurc e gli stessi atenei stanno muovendo un dito per permettere a tante e tanti di continuare il proprio percorso universitario».

Criticità che incidono sul profilo motivazionale dei più giovani, specie per gli iscritti al primo anno. «Noi matricole abbiamo subìto quello che è il disagio emotivo dell'Università. Ci troviamo catapultati in un realtà completamente nuova con molte cose da studiare senza un preciso metodo o un sostegno da parte di altri compagni più grandi», ha raccontato Ilenia, neo - studentessa all’Orientale. «Nel mio ateneo, a differenza della Federico II, per i neo- iscritti non c’è mai stata frequenza in presenza, nemmeno su prenotazione, complici forse gli spazi ridotti - ha concluso - Siamo spaesati e per questo crediamo sia necessario riuscire a istituire uno sportello psicologico per avere una spalla con cui condividere il nostro stress e tentare di alleviarlo anche soltanto attraverso le parole e lo sfogo». 

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Il Mattino