De Crescenzo e la Lega, Nappi: «Rivendico la citazione e non elimino quel post»

De Crescenzo e la Lega, Nappi: «Rivendico la citazione e non elimino quel post»
I miti, in quanto tali, non andrebbero toccati. Almeno così ritiene chi li idolatra. È il caso dello scrittore-filosofo Luciano De Crescenzo, finito in una polemica...

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I miti, in quanto tali, non andrebbero toccati. Almeno così ritiene chi li idolatra. È il caso dello scrittore-filosofo Luciano De Crescenzo, finito in una polemica politica ad un anno dalla sua morte per un post pubblicato dall'esponente leghista Severino Nappi. La famiglia ha minacciato azioni legali per l'accostamento al logo della Lega, il diretto interessato rivendica il diritto all'agibilità politica. «O la sinistra paladina dei diritti altrui fino a quando non la si pensi come lei me lo vuole impedire?», è la domanda di Nappi alle numerose reazioni di indignazione. Vede un brutto clima l'ex assessore regionale al Lavoro: «Mi preoccupa che qualcuno soffi sul fuoco. De Luca dice solo bugìe, si apprestano a votarlo anche i grillini: non è questo un patto di potere?».

 
Nappi, con quel post ha toccato un mito come Luciano De Crescenzo: non è stato un accostamento azzardato? Non ritiene opportuno rimuoverlo da Facebook?
«Non lo credo affatto: sono pienamente convinto di avere il diritto di poter ricordare, con ammirazione, un grande intellettuale ad un anno dalla sua scomparsa e infatti non ho rimosso il post da Fb».

La famiglia non ha gradito l'accostamento al logo della Lega ed ha annunciato querele: come replica?
«Da avvocato, ritengo che, quando la famiglia si informerà, scoprirà che le querele si fanno per cose serie, non se si riceve un omaggio, a meno che non si voglia strumentalizzare. Ma sono certo che non sia questo il caso».

È proprio il simbolo della Lega di Matteo Salvini ad aver innescato indignazione sul web e nella pubblica opinione: come pensa che si possano vincere questa diffidenza che spesso si tramuta in vero e proprio odio?
«Sinceramente sono preoccupato che qualcuno inizi a soffiare sul fuoco, specie ora che la situazione economica sta diventando gravissima. Lo dico io che, da assessore regionale al Lavoro, sono stato sotto scorta 5 anni, nutrendo spesso preoccupazioni per la mia famiglia. So quindi che cosa significa subire pressioni, ma io ci tengo a spostare l'attenzione sulla libertà di parola».

Sta dicendo che la Lega non ne avrebbe a Napoli e al Sud?
«Dico che la Lega propone iniziative concrete per Napoli e il Sud, vorrei quindi che io ed altri avessimo il legittimo diritto di agibilità politica. O ci vuole essere negato dalla sinistra paladina dei diritti altrui solo a condizione che si dica quello che vuole sentirsi dire?».

De Crescenzo, con la sua napoletanità, non era quanto di più lontano possa esserci dal leghismo autonomista?
«Assolutamente no. De Crescenzo è stato un grande intellettuale italiano e ha raccontato come pochi questo pezzo di Italia. È un patrimonio di tutti. Le sue idee politiche, Luciano le teneva per sé. Io mi sono limitato a ricordare un riferimento cui sono culturalmente legato. Un filosofo, uno scrittore, uno dei giganti della mia terra, la Campania, che vogliamo risollevare. Possiamo farlo o qualcuno ci deve dare la patente?».

La questione allora è tutta politica?
«Un post sui social può far discutere, serve anche a questo. Ma io penso sia più opportuno e urgente concentrarsi sui problemi dei cittadini campani. I dati economici sono drammatici: la Lega vuole discutere di questo, anche partendo dalla valorizzazione del nostro patrimonio culturale».

Si parla poco della crisi economica?
«Sono già 20mila le aziende hanno cessato l'attività e ne sono a rischio altre 45mila, il fatturato delle nostre imprese è crollato di decine di miliardi di euro. Le ricette della sinistra e dei Cinquestelle sono fallite, questa è la verità. La Lega si candida a rappresentare gli italiani e i campani garantendo ovunque le stesse condizioni, senza pregiudizi».

De Luca sembra in vantaggio, come lo contrasterete?

«De Luca racconta molto bene le bugie. Ora si vuole avvantaggiare anche di una serie di manovre di potere da stantia politica politicante. Basti pensare che i grillini voteranno per lui per paura che una sconfitta alle regionali faccia cadere il governo Conte. Ecco perché queste regionali sono decisive per mandare a casa una maggioranza legata da smania di potere che ha prodotto soltanto guai». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino