De Luca: sottocultura sull'ambiente condanna a morte l'Italia

De Luca: sottocultura sull'ambiente condanna a morte l'Italia
«L'idea che la trasformazione del territorio sia un danno per l'ambiente è suicida e condanna a morte l'Italia». Lo ha detto il presidente della...

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«L'idea che la trasformazione del territorio sia un danno per l'ambiente è suicida e condanna a morte l'Italia». Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo a un convegno sul patrimonio pubblico in disuso in Italia. «C'è una sottocultura della conservazione che sta condannando a morte l'Italia», ha aggiunto. Nel suo intervento, il governatore ha sottolineato le grandi difficoltà che si registrano nel passare dalla progettazione alla realizzazione concreta di opere. «L'Italia da 20 anni non produce più ricchezza. C'è da essere disperati e da domandarsi dov'è il male oscuro. Questo Paese - ha sottolineato - si sta mangiando l'eredità di ricchezze immense ereditate nel corso dei secoli. Uno dei punti più drammatici è la rinuncia all'economia della trasformazione urbana. L'Italia è l'unico Paese moderno nel quale è sostanzialmente impedita. Ci sono novità recenti, come il decreto Sblocca Italia ma il quadro d'insieme rimane di grande palude burocratica dalla quale non si riesce a uscire».


«In Italia - ha attaccato De Luca - abbiamo associazioni pseudoambientaliste, cioè aree di parassitismo lobbistico che non hanno nulla a che vedere con l'ambientalismo vero». E nel suo mirino anche un altro anello centrale della Pubblica amministrazione. «Se vi capita di trovare un imbecille in una Sovrintendenza siete perduti. In Italia abbiamo un unico potere monocratico al mondo che dai tempi dell'assolutismo monarchico è rimasto in piedi, quello del sovrintendente». Per De Luca bisogna «sconfiggere la sottocultura della mummificazione. Io sono gelosissimo del patrimonio culturale, storico, artistico ma sono contro l'idiozia elevata a sistema. C'è differenza tra le poesie leopardiane e l'economia reale: investitori che svolgono il ruolo di monaci trappisti non ne ho trovati». «Nessun funzionario, responsabile dei lavori pubblici di un Comune - ha detto rivolto alla platea - firmerà una variante in corso d'opera sapendo poi del rischio che un pm apra un'indagine, sulla base di una lettera anonima, e la prospettiva di una condanna in primo grado per abuso in atto d'ufficio che ti rovina la vita».
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Il Mattino