Regione, Bonavitacola in pole come vice sanità e fondi europei: scommessa sui manager

Regione, Bonavitacola in pole come vice sanità e fondi europei: scommessa sui manager
Neppure i più deluchiani tra i deluchiani azzardano previsioni. Perché sulla giunta, assicurano, il governatore deciderà da solo. Lo sanno bene dirigenti e consiglieri...

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Neppure i più deluchiani tra i deluchiani azzardano previsioni. Perché sulla giunta, assicurano, il governatore deciderà da solo. Lo sanno bene dirigenti e consiglieri regionali del Pd, che fremono perché costretti ad assistere alla partita solo da spettatori. Così la domanda che tutti si pongono in queste ore è: quali effetti avrà la vittoria giudiziaria di De Luca sui criteri di composizione della nuova giunta? Il presidente della Regione nominerà ancora come vice un suo fedelissimo (il deputato e avvocato amministrativista Fulvio Bonavitacola) o si regolerà diversamente, magari aprendo ad altri contributi ed esperienze?




Al momento Bonavitacola resta in pole position. Non foss’altro perché lo spettro della legge Severino è stato sì scacciato ma aleggia ancora e potrebbe farsi sentire di nuovo (le opposizioni, infatti, non si arrendono e minacciano nuovi ricorsi). Qualora invece il governatore decidesse di sparigliare, la scelta potrebbe cadere su Raimondo Pasquino, presidente del Consiglio comunale di Napoli. Che pure con il governatore ha un rapporto di amicizia e di collaborazione, rinsaldato negli anni in cui De Luca era sindaco di Salerno e Pasquino numero uno dell’Università di Salerno. E allora c’è chi scommette che l’ex rettore farà comunque parte della giunta, se non come vice almeno come assessore (magari alla Ricerca scientifica).



Ma la partita è aperta e non si escludono sorprese, come quella di un terzo nome per la poltrona di vice. Non sembrano esserci dubbi, invece, sul fatto che si tratterà di una squadra soprattutto tecnica, più snella (su 10 assessori De Luca ne potrebbe nominare 7-8), con una discreta presenza femminile. In questo senso il governatore potrebbe decidere di puntare sulla professoressa Lida Viganoni, docente di Geografia ed ex rettore dell’Università L’Orientale, mentre scendono le quotazioni dell’ingegnere Antonietta Sannino, già presidente del Consorzio UnicoCampania, motore del biglietto Unico. Per la sanità, che come i trasporti e la Terra dei fuochi, è una delle priorità del governatore, la partita è più complessa perché la Campania è ancora commissariata: in questo delicato settore un ruolo potrebbe averlo il romagnolo Giuseppe Zuccatelli, che in Campania ha già ricoperto l’incarico di subcommissario di governo alla sanità nella delicata fase di elaborazione del piano ospedaliero, a cavallo tra le giunte Bassolino e Caldoro.



Altra sfida cruciale quella dei fondi europei, che De Luca ha detto di considerare assolutamente strategica. Da qui la necessità di coinvolgere un esperto della materia: la scelta potrebbe cadere su Carlo Neri, non come assessore bensì come responsabile della programmazione dei fondi Ue, ruolo avuto anche nel 2008, quando a Palazzo Santa Lucia c’era l’allora governatore Antonio Bassolino. E poi c’è da sciogliere il nodo del bilancio, che pure andrà quasi certamente ad un tecnico (prestato dal mondo accademico o da quello delle professioni) più che a un politico: si era parlato, a tal proposito, dell’economista Riccardo Realfonzo, assessore al Bilancio al Comune di Napoli prima con il sindaco Rosa Russo Iervolino e poi con de Magistris, che però non convince fino in fondo De Luca. È probabile, invece, che alla fine il governatore tenga per sé alcune deleghe, come ad esempio i Trasporti e le Infrastrutture, un suo vecchio pallino.



Il conto alla rovescia, dunque, è scattato. Subito dopo la prima seduta del Consiglio (che si terrà il 9 o il 10 luglio) De Luca potrebbe nominare la giunta. Che dovrà rimboccarsi le maniche per affrontare i tanti problemi rimasti in sospeso a causa della lunga campagna elettorale e della fase di incertezza iniziata all’indomani del verdetto delle urne: uno su tutti il futuro di Bagnoli, che intanto è sempre più terra di nessuno.



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Il Mattino