«Mi auguro che alcune vicende personali aiutino i dirigenti dei Cinque Stelle a tornare con i piedi per terra. Mi riferisco a Di Maio e non al padre, già penalizzato...
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«Gli esponenti del nostro Governo passano metà giornata sui social. Ma vedo segnali di resipiscenza, cominciano ad arrivare segnali di pentimento, o di ravvedimento, sebbene non ancora operoso. E noi dobbiamo aprire le braccia a tutte le pecorelle smarrite che tornano all'ovile» ha proseguito De Luca. «Passano metà giornata sui social - ha affermato - hanno decine di giovani per marcare il territorio sui social». «Io mi alzo la mattina e vedo se un cantiere è aperto - ha aggiunto - loro per vedere come vanno i tweet, i post, i like». «Si sono definiti il cambiamento - ha concluso - ma il cambiamento si fa in maniera diversa, con un lavoro difficile che richiede, in qualche caso, anche qualche competenza».
«Abbiamo assistito ad atteggiamenti imbarazzanti, da cafoni arricchiti, da alcuni alti dirigenti dei Cinque Stelle» ha proseguito il governatore. «C'è gente che va nelle istituzioni e si muove come se stesse gestendo una bottega di famiglia - ha affermato - Quando si va al Governo, si ha il dovere di rappresentare anche chi la pensa diversamente: è una regola elementare di civiltà. Invece stanno nelle istituzioni per attaccare l'avversario politico, facendo squadrismo mediatico come se stessero a casa loro».
«La Raggi ha polizze assicurative a sua insaputa - ha proseguito - e poi Di Battista che sta con la 'panzà al sole da 8 mesi». «Come campa? Dice che fa il giornalista e manda i pezzi.
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Il Mattino