«Per me i rom possono anche andare a vedere le stelle». È una cruda metafora quella a cui ricorre De Luca, confermando la strategia della tolleranza zero...
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Sa, infatti, che l'escalation di incendi tra la provincia nord di Napoli e quella sud di Caserta rischia di vanificare gli sforzi finora compiuti per riabilitare l'immagine della Campania agli occhi dell'Italia, dell'Europa e del mondo. La missione all'Expo un anno fa, l'operazione di rimozione delle ecoballe (che, dopo un iniziale sprint, ora procede più a rilento), lo stanziamento di risorse per le bonifiche, la differenziata e gli impianti di compostaggio. C'è tutto questo sul tavolo, ma non sarà sufficiente a superare la crisi ambientale se prima non si fermeranno i velenosi roghi. De Luca ha la sua soluzione, che ruota attorno ad un punto fermo: ad appiccare gli incendi di rifiuti sono soprattutto i rom.
Certo, lo fanno per conto di una «manina» occulta, di imprenditori senza scrupoli che devono smaltire gli scarti prodotti da aziende «fantasma» (non pagano le tasse e per lo Stato non esistono), ma gli esecutori materiali sono quasi sempre loro: «I rom sono specializzati nell'accendere i cumuli di rifiuti. Hanno un master, così come lo hanno per i prelievi di cavi di rame». E dunque da loro, secondo il governatore, occorre partire. Da qui l'aut aut, rivolto direttamente agli abitanti dei numerosi campi presenti sul territorio: «O il rispetto delle regole o lo sgombero».
Ma come si procederà, in concreto? «Parleremo con i capi famiglia - spiega - e, se accetteranno di vivere in prefabbricati o altri alloggi che decideremo, seguendo le nostre regole, facendo andare i bambini all'asilo e a scuola allora li accoglieremo, altrimenti saranno sgomberati». A quel punto, dice senza mezzi termini De Luca, non sarà più un problema della Campania: «Non mi interessa dove andranno. Non devo risolvere i problemi dell'umanità. Per me possono anche andare a vedere le stelle». A sostegno della sua tesi, cita alcuni esempi concreti: «A Salerno, sul lungomare e in via dei Mercanti, abbiamo centinaia di extracomunitari che in certi casi hanno anche atteggiamenti violenti nei nostri confronti».
La musica non cambia a Napoli e in altre aree urbane dove, osserva, gli extracomunitari vendono merce contraffatta in pieno centro. Per De Luca servirà, insomma, il pugno di ferro. Ma anche leggi efficaci. «Si accumulano i rifiuti ai margini delle strade per l'inciviltà dei cittadini, per il mancato intervento dei comuni, per le imprese che lavorano in nero e che, per non pagare lo smaltimento, incaricano farabutti di sversare i rifiuti nelle aree». E allora «o militarizziamo il territorio, cosa che non è possibile, oppure dobbiamo avere norme che rendano efficaci le decisioni che prendiamo. La prima è il foglio di via: se un sindaco o un prefetto fa il foglio di via ad un extracomunitario che non rispetta le regole, significa che quel soggetto non deve più entrare nel territorio di quel comune e se viola questa disposizione sarà arrestato. Sono - insiste - tra quelli che non hanno paura della parola repressione; non siamo tutti monaci trappisti, chi viene qui e non assume comportamenti civili, dev'essere cacciato».
Un ragionamento, questo, che De Luca intende portare all'attenzione delle altre istituzioni già nelle prossime ore, quando ci saranno due occasioni importanti: la prima è offerta dalla visita in Campania del premier Renzi, che domani sera al San Carlo assisterà al concerto di Jonas Kaufmann organizzato da Il Mattino e dal Massimo partenopeo; la seconda è il vertice in programma mercoledì in Prefettura proprio sui roghi della Terra dei fuochi. «Metteremo un punto fermo sulla vicenda», assicura De Luca riferendosi alla riunione con il prefetto Gerarda Pantalone.
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Il Mattino