«Facciamo così, metto a disposizione del premier Matteo Renzi la mia agenda: decida lui luogo, data e ora e io lo incontro con il massimo dell'umiltà....
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Non sembra spazientito il primo cittadino, solo che questa volta usa toni corretti per lanciare bordate verso Palazzo Chigi e sembrano fare meno rumore di quelle utilizzate sul palco all'inizio della campagna elettorale. E ieri sera a Sesto Fiorentino, a un presidio di associazioni e centri sociali contro l'inceneritore, è tornato sulla famosa frase usata in comizio all'indirizzo di Renzi. Forse non la ripeterebbe adesso, in quanto «non estrapolabile dai toni e del contesto del comizio», ma «a parte aver parlato con il cuore, con la passione, che avevo detto in fin dei conti? Che il governo aveva paura di quello che stava succedendo a Napoli, e avevo ragione perché ho vinto».
Prima di partire per la Toscana, de Magistris aveva comunque ripetuto di non arretrare di un centimetro su Bagnoli e ribadito il no al commissariamento, così come conferma l'altro al referendum costituzionale di ottobre: «Ne ha parlato Renzi al Tigem nel corso di un'occasione non politica non vedo perché non ne possa parlare io» spiega. Ancora su Bagnoli. «Renzi sta iniziando a riconoscere i passi avanti della città - sostiene de Magistris - ormai parla con il nostro stesso linguaggio, parla di Napoli capitale del futuro ma noi già ci siamo nel futuro, investa concretamente senza fare propaganda e andiamo avanti. Su Bagnoli ha le nostre stesse idee propone il nostro stesso piano allora facciamolo insieme ciascuno per la propria parte e si faccia una ragione del dato che il commissario non ci serve. Anche a Bagnoli il suo partito ha perso e qualcosa vorrà pure dire».
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Il Mattino