«Ho negato una piazza a Salvini, rifarei la stessa cosa». «Tornerò presto a Napoli, de Magistris insulta per nascondere la sua incapacità...
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Il varo del governo pentaleghista cambia i ruoli in campo, tuttavia è difficile adeguarsi e, alla fine, il calcolo politico continua a prevalere in una sorta di campagna elettorale infinita. Nel marzo scorso Luigi de Magistris non ebbe dubbi a negare a Matteo Salvini una piazza per il comizio a Napoli cercando di bloccargli anche uno spazio alla Mostra d’Oltremare. Finì con violentissimi scontri di piazza guidati dai centri sociali e da migliaia di manifestanti indignati per il comizio dell’allora europarlamentare di cui nessuno aveva dimenticato i vergognosi cori contro i napoletani. Oggi Salvini è il ministro dell’Interno, con cui è fondamentale cooperare per ogni politica di sicurezza in una città difficile come Napoli.
LA LINEA
De Magistris, tuttavia, non cambia linea: «Non è che ho negato a Salvini di venire a Napoli, solo non gli ho concesso un luogo nella disponibilità del Comune - spiega ai microfoni di Rtl 102.5 - E rifarei la stessa cosa perché a chi ispira la propria politica a antimeridionalismo, razzismo e respingimento nei confronti di una persona solo perché ha il colore della pelle diverso, non posso dare, come sindaco della città delle Quattro Giornate, prima città d’Europa a liberarsi da sola dall’oppressione nazifascista, un luogo che è nella nostra disponibilità e che è riconducibile al Comune di Napoli. Lui mi ha querelato per diffamazione e istigazione a delinquere, dicendo che io in qualche modo sono stato il mandante delle proteste di piazza. Gli è andata male perché è stato tutto archiviato».
Il sindaco prova, poi, a limitare i danni: «Salvini ora è al Viminale, da Napoli, oltre al massimo dissenso politico, va garantita la massima cooperazione istituzionale. È finito momento propaganda, al ministro dell’Interno chiediamo posizioni più chiare nella lotta alla mafia e alla corruzione, e nel rompere il rapporto tra mafia e politica».
LA REPLICA
La risposta di Matteo Salvini, però, non è affatto conciliante: «Tornerò presto a Napoli per incontrare e ascoltare i cittadini, dando risposte soprattutto sui temi della sicurezza, della lotta alla camorra e all’immigrazione clandestina - scrive su Twitter - Mi spiace che il sindaco dimostri scarso senso democratico e preferisca l’insulto, solo per nascondere la sua incapacità amministrativa».
Insomma, si arriva subito allo scontro istituzionale. Con il rischio che la tensione salga se Salvini torna davvero in tempi brevi a Napoli, questa volta da ministro dell’Interno, coagulando l’astio antileghista con l’avversione della sinistra estrema verso il simbolo della politica «repressiva». In ogni caso per de Magistris non è il tipo di rapporto ideale con il nuovo governo e con il ministro che gestisce le politiche sulla sicurezza di cui la città ha così bisogno. Dall’una e dall’altra parte, tuttavia, sembrano prevalere esigenze politico-elettorali sul senso di responsabilità legato al ruolo istituzionale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino