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Forza Italia si schiera con il coordinatore cittadino Fulvio Martusciello: «Pronti a dire sì a qualsiasi proposta che possa portare a Napoli le risorse promesse». Ma dagli alleati di centrodestra tutta questa volontà politica di aiutare la città a qualsiasi costo vacilla. I distinguo fioccano e in Parlamento - ammesso che si arrivi a parlare di una norma ad hoc, il Patto per Napoli sembra ormai andato in soffitta così come proposto in campagna elettorale al sindaco Gaetano Manfredi da Pd, M5S e Articolo 1 - ci sarà da sudare molto per portare un risultato accettabile per Palazzo San Giacomo. Basta seguire il ragionamento del centrodestra per capire come stanno le cose. «Napoli - continua Martusciello - ha bisogno che le promesse che Manfredi ha ricevuto divengano concrete. Per questa ragione Forza Italia è pronta a sottoscrivere qualsiasi emendamento. Non ci sarà divisione politica su questo argomento. Occorre una strategia comune perché, passata questa finanziaria, non ci sarà una seconda occasione» ammonisce il coordinatore azzurro.
Molto articolato, invece, il ragionamento di Sergio Rastrelli coordinatore cittadino di Fdi, il partito di Giorgia Meloni. «Noi abbiamo un approccio diverso - racconta Rastrelli - per Fdi il rapporto tra Governo e amministrazione comunale è e sarà una chiave di lettura per valutare anche l'operato di Manfredi, che, mi preme sottolinearlo, è una persona che non si discute.
Questo il quadro nel centrodestra, ma Manfredi e i suoi alleati stanno esercitando un fortissimo pressing sul Governo. L'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta con ogni probabilità la prossima settimana sarà di nuovo a Roma per riallacciare i fili del discorso con il Mef e questa volta l'interlocuzione potrebbe essere anche politica. In mezzo c'è una grossa attività parlamentare del Pd e del M5S che pensano a un decreto collegato al Bilancio oppure a una serie di emendamenti per cercare di ancorare il Comune in maniera più concreta a determinati finanziamenti e norme. A oggi Napoli è inquadrata in una norma generale che riguarda i Comuni in predissesto il cui fondo è di 240 milioni di cui la metà sarebbero destinati a Palazzo San Giacomo. Il lavorio parlamentare su questo punto è teso a raddoppiare questo fondo per raddoppiare anche la quota che arriverebbe a Napoli. Come dice Manfredi «la finanziaria si chiude a dicembre» e dunque finché c'è vita c'è speranza. E infatti il sindaco almeno nelle sue uscite pubbliche si dichiara fiducioso sugli aiuti e dell'atteggiamento del premier Mario Draghi riscontrato nel vertice della settimana scorsa. Napoli - giova ricordarlo - ha un debito di tre miliardi e paga ogni anno per smaltirlo una rata da 174 milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino