Degrado a Napoli, l'ex palazzo del Comune in via Rosaroll cade a pezzi: «Mettiamolo a disposizione dei giovani»

È uno dei “palazzi storici” più noto e inaccessibile della città. Una struttura per decenni sede degli uffici comunali, archivio delle carte...

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È uno dei “palazzi storici” più noto e inaccessibile della città. Una struttura per decenni sede degli uffici comunali, archivio delle carte d'identità, anagrafe e pensioni. Un immobile in via Cesare Rosaroll, conosciuto da tutti i cittadini – che si recavano lì per il rinnovo dei documenti – e che ora cade a pezzi tra incuria e degrado. Dove i locali inagibili e decadenti, hanno reso necessario il trasferimento del personale e dei relativi procedimenti «presso la sede centrale in via dell'Epomeo» come si legge sulla pagina online del Comune di Napoli. Un vero scempio che ha scatenato l'ira di chi, quel palazzo, vorrebbe vederlo riqualificato e rimesso in funzione. Magari a disposizione dei giovani del quartiere che potrebbero viverlo come luogo di incontro e di aggregazione.


«È chiuso da troppo tempo – afferma Armando Simeone del “Comitato lenzuola bianche” – e non possiamo più tenerlo in questo stato. È uno degli immobili storici del quartiere ed è inaccettabile che continui a cadere a pezzi, quando potrebbe servire per i nostri giovani. Tra l'altro qui sul marciapiede sono stati posizionati anche i bidoni dei rifiuti che si sono trasformati in un grande sversatoio a cielo aperto. Il marciapiede è diventato pericoloso ed impraticabile, così come lo sono i locali interni alla struttura».
 

Stanze e archivi infatti continuano a franare al suolo. Un problema che segnalò anche il vecchio custode – alla fine degli anni 90 – ma su cui non si è mai intervenuto. Attualmente lo stabile, così come segnalato dall'amministrazione di Palazzo San Giacomo, è in dismissione e nulla si conosce sul suo futuro.

«Noi vorremmo metterlo a disposizione dei ragazzi del quartiere – dichiara la presidente del circolo San Lorenzo Raffaella Guarracino – che non hanno un luogo dove ritrovarsi e per stare insieme. Continuano a farlo all'aperto e noi vogliamo sottrarli alla strada che non gli offre nulla. Fuori da queste mura c'è un intero quartiere che vuole riutilizzare questi spazi e farne la casa di tutti. Inoltre crediamo che sia necessario custodire tutte le informazioni ed il materiale presente negli archivi perchè fanno parte della nostra memoria storica. Non possiamo e non vogliamo perdere informazioni importanti sul nostro passato e quello dei nostri concittadini».







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Il Mattino