Degrado, crolli e frane: a Napoli è choc al cimitero di Totò

Degrado, crolli e frane: a Napoli è choc al cimitero di Totò
Arrivare in fondo al cimitero del Pianto e scoprire che ci sono decine di cappelle gentilizie in bilico sul vuoto, mette i brividi. La collina sulla quale venne realizzato il...

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Arrivare in fondo al cimitero del Pianto e scoprire che ci sono decine di cappelle gentilizie in bilico sul vuoto, mette i brividi. La collina sulla quale venne realizzato il cimitero che, tra l'altro, accoglie le spoglie del grande Totò, lentamente sta cedendo e le strutture che si trovano più in basso inesorabilmente si piegano e mostrano i segni di cedimenti imminenti: muri spaccati, marmi scollati dal resto della struttura, fondamenta che si staccano dalla collina. Sì, fa paura. E fa anche rabbia perché proprio il nostro giornale, esattamente dieci anni fa, denunciò questa stessa situazione. Il Comune intervenne, mise a posto l'asfalto spaccato delle strade interne al cimitero, disse che tutto era a posto. Invece nulla è a posto, se qualcuno decidesse di andare a guardare con i propri occhi se ne renderebbe conto.


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E magari se qualcuno facesse un giro accurato del cimitero antico di Napoli si accorgerebbe che non esiste area della struttura libera dal degrado. In alto, nella parte della terrasanta che confina con la sovrastante via Nuova del Campo, i loculi affastellati sul muro di confine sono aggrediti da infiltrazioni. Alcuni sono già mezzi crollati, altri stanno per venire giù, come accadde a febbraio quando, dopo una pioggia, un paio di tombe si aprirono di schianto lasciando in vista i poveri resti dei defunti. Lassù, nella parte alta, dove c'è anche la cappella funeraria di Totò, non si percepisce il pericolo dei cedimenti. Però evidentemente c'è, ed è reale. Un uomo si trova davanti alla cappella di famiglia a pochi passi da quella del principe della risata: «Dobbiamo eseguire lavori con urgenza perché anche la nostra cappella si sta lentamente piegando e non possiamo rischiare che crolli». Ecco, dieci anni fa ai nostri lettori spiegammo che i resti del principe de Curtis non sembravano a rischio. Oggi, dopo aver sentito la testimonianza dell'uomo non abbiamo più quelle tenaci certezze, potrebbe essere a rischio anche la tomba di Totò, magari un tecnico di palazzo San Giacomo potrebbe fare un salto qui e dare rassicurazioni a tutti.
 

Scivolando verso la zona bassa, quella che il popolo ha sempre chiamato abbascio e camerelle, c'è lo slargo con la storica chiesa di Santa Maria del Pianto. È chiusa da quarant'anni, pian piano perde pezzi e dignità, adesso è circondata da ben due fasce di reti di protezione per vietare a chiunque di avvicinarsi: ecco, quella chiesa maestosa e devastata è il simbolo dell'abbandono, del disinteresse, del menefreghismo della città nei confronti delle sue stesse opere d'arte più preziose. Tutt'intorno alla chiesa ci sono aree di sepoltura, una volta erano accorpate all'edificio sacro, adesso sono separate da grossi muri di pietra costruiti di recente per evitare di raggiungere quel luogo pericolante. E per sorreggere la chiesa che sta per crollare proprio in quei luoghi sono stati piazzati tubi innocenti: sono tantissimi, incastrati come accadeva nei vicoli di Napoli nel dopoterremoto. Solo che qui siamo in un cimitero, così per piazzare i tubi innocenti decine di tombe sono state violate: i marmi sfondati, le casse a vista, vieni assalito da una sensazione violenta di orrore e struggimento. Il resto del cimitero è esattamente uguale agli altri della città: verde non curato, sepolture abbandonate e mezze spaccate. Ieri, però, all cimitero del Pianto abbiamo trovato qualcosa che non avevamo mai visto: un crocifisso crollato da chissà quale cappella è stato lanciato sulla copertura delle toilette. Anche quella è un'immagine difficile da dimenticare: quel Cristo in croce gettato sul tetto dei gabinetti non avremmo voluto vederlo eppure, purtroppo, è lì.

(1-continua) Leggi l'articolo completo su
Il Mattino