C'è grande ottimismo tra gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale nella quale quasi tredicimila persone avevano...
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Tutto nasce dall'udienza, svoltasi venerdì scorso presso il tribunale di Roma, e che ha visto contrapposti da una parte la curatela composta da Alfonso Iovane, Vincenzo Di Paolo e Paola Mazza, rappresentata dall'avvocato incaricato per l'occasione Elio D'Aquino, e i direttori del trust, che invece avevano presentato opposizione in merito alla richiesta di attribuzione dei soldi al fallimento Deiulemar. Anche se il giudice non ha assunto alcuna decisione definitiva (riservandosi ogni scelta ad una successiva, molti sperano prossima sentenza) negli ambienti vicino ai risparmiatori truffati attraverso i bond-fotocopia trapela una evidente fiducia circa la possibilità di poter mettere le mani a stretto giro sui 10 milioni di euro presenti nel trust di stanza oltralpe.
A farsi latore del pensiero degli obbligazionisti è Giovanni Pagano, tra i portavoce del comitato Legalità e trasparenza, che ha aggiornato gli altri aderenti sugli sviluppi del dibattimento dopo avere ricevuto informazioni da uno dei curatori: «Le prospettive annuncia Pagano sono più che buone. Attendiamo con fiducia, tanto fino ad adesso di pazienza e di fiducia ne abbiamo avuto già tanta» .
Tra gli obbligazionisti nelle ultime ore si sta facendo strada la speranza che con i soldi che potrebbero rientrare dalla Svizzera, insieme a quelli ottenuti attraverso due revocatorie bancarie e lo stipendio sottratto ad un armatore, di poter arrivare entro fine anno ad un nuovo riparto economico che allarghi il recupero di ogni singolo creditore, oggi fermo a poco più del 5 per cento complessivo rispetto alle pretese totali. Argomento sul quale al momento il rappresentante degli obbligazionisti preferisce glissare, affidandosi ad una esortazione di natura religiosa: «Speriamo che la Madonna stenda su di noi il suo manto misericordioso: ne abbiamo bisogno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino