Democrat, impazza il totonomi: rispuntano Botti e Condorelli

Democrat, impazza il totonomi: rispuntano Botti e Condorelli
«Sulle alleanze alle comunali nessuna scelta estemporanea, ma solo l'avvio di percorsi che devono essere condivisi»: è dura Assunta Tartaglione sulla vicenda...

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«Sulle alleanze alle comunali nessuna scelta estemporanea, ma solo l'avvio di percorsi che devono essere condivisi»: è dura Assunta Tartaglione sulla vicenda dell'alleanza, prima annunciata e poi reciprocamente negata, tra il Pd e Ncd. Il segretario regionale dei dem sconfessa Venanzio Carpentieri di cui ormai si chiedono le dimissioni.


Mentre Bassolino continua la sua battaglia ribadendo che «senza primarie, inserendo norme sbagliate, il Pd fa un clamoroso autogol», il resto del partito lavora a individuare un candidato unitario, come nei desiderata del Pd nazionale. Si ritorna a guardare alla società civile. La soluzione che si sta percorrendo è una rosa di nomi da portare al Nazareno in cui entra per la prima volta come soluzione molto accreditata Claudio Botti, l'avvocato penalista fondatore del «Te Diegum», accanto a Celeste Condorelli e all'imprenditore Dario Scalella.
Dopo i guai giudiziari di De Luca e la discesa in campo di Bassolino, il caso Napoli è diventato materia del Pd nazionale. Che segue con grande attenzione quanto avviene nel Golfo. E l'annuncio di un'alleanza con il Ncd, da parte del segretario provinciale Venanzio Carpentieri, insieme ad una valanga di reazioni, ha portato ad una netta presa di posizione del segretario regionale Tartaglione concordata con la segreteria nazionale: «Sulle alleanze nessuna scelta estemporanea. Le relazioni con forze politiche di rilievo sovracomuale vanno decise insieme. I contatti intrapresi dalla segreterie provinciali di Pd e Ncd sono da intendersi solo l'inizio di un confronto che non contempla la partecipazione di Ncd alle primarie».

Più dura la reazione di Tommaso Ederoclite: «Resto basito davanti a quanto accaduto. Carpentieri la smetta di mettere in difficoltà il Pd con un modo scellerato di gestire il partito. Ci troviamo davanti ad una lampante inadeguatezza nella gestione organizzativa e politica che non può andare avanti». Insomma richiesta di dimissioni, che però al momento, con le elezioni alle porte, non sembrano essere nell'aria.



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Il Mattino