Dieci pranzi e 1.200 poveri a tavola: il Natale di solidarietà della Comunità di Sant'Egidio a Napoli

Dieci pranzi e 1.200 poveri a tavola: il Natale di solidarietà della Comunità di Sant'Egidio a Napoli
Dieci pranzi e 1200 poveri a tavola: è il Natale di solidarietà della Comunità di Sant'Egidio a Napoli e in Campania. Oggi, nella Basilica dei...

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Dieci pranzi e 1200 poveri a tavola: è il Natale di solidarietà della Comunità di Sant'Egidio a Napoli e in Campania. Oggi, nella Basilica dei Santi Severino e Sossio, erano oltre 350 i poveri che hanno festeggiato il Natale in città assieme al cardinale Crescenzio Sepe: anziani soli, senza fissa dimora, disabili, stranieri, famiglie rom, persone sole che il giorno di Natale hanno trovato una famiglia più larga attorno a cui stringersi. Sempre nella giornata del Natale altri pranzi ci sono stati nel Rione Scampia nella chiesa dei padri Redenzionisti (100 poveri), a Fuorigrotta nella chiesa di S. Antonio Ardia (80 poveri), nel centro storico nella chiesa di Nicola al Nilo (80 poveri) e a Largo Regina Coeli (22 poveri), nel centro Oasis del quartiere San Giovanni a Teduccio con 100 poveri, ad Aversa nella chiesa di S. Anna (80 poveri). Ancora cena e festa negli istituti per anziani a Napoli e nel quartiere Barra con 87 persone e nella Scuola di Lingua e cultura italiana, sempre al centro storico, con 350 immigrati.


«L'invito al pranzo è stata una buona notizia e ha dato dignità a chi lo ha ricevuto: tutti sono chiamati per nome e ciascuno ha avuto un regalo personalizzato - sottolinea la Comunità di Sant'Egidio - È il segno di un'amicizia che dura tutto l'anno, con tante visite che trasformano le giornate di chi è solo e senza prospettive». Tanti anche i volontari, oltre 500, che da vari luoghi della Campania hanno partecipato ai pranzi. Tra questi anche alcuni migranti provenienti dal Gambia, dal Mali e dal Senegal.

Dice Antonio Mattone, della Comunità di Sant'Egidio: «Il Natale ci parla di una famiglia che non ha trovato posto e noi vogliamo pensare a tutti quelli che non hanno un posto nella nostra città, chi ha perso la casa, chi vive per strada, agli anziani mandati via da casa propria e finiti negli istituti e nelle case di riposo, ai rom che vivono nei campi al freddo e senza servizi. Per questo in alcuni luoghi della città abbiamo allestito pranzi e feste, per essere vicini a gente sola che non sa come festeggiare il Natale, e si è ritrovata in una famiglia più larga dove l'amicizia che viviamo ogni giorno con i poveri diventa più gioiosa e luminosa, proprio perché è Natale. Il pranzo di Natale fatto in chiesa è un pò un presepe moderno dove brilla la bellezza della festa con i poveri e dove si confonde chi serve e chi è servito. Questi pranzi ci parlano di futuro, di un mondo senza fame e senza solitudine, un mondo di unione di cui c'è tanto bisogno, anche a Napoli».


«Il Natale è un una festa di pace ed è il grande augurio di pace che da Sant'Egidio vogliamo mandare a tutto il mondo: pace per la nostra città, perché ci sia posto per tutti, pace per chi soffre per la guerra. Facciamo di questo Natale un giorno di festa anche per tanti poveri» conclude Mattone. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino