Disabili, calvario fisioterapia tra burocrazia e tempi biblici

Disabili, calvario fisioterapia tra burocrazia e tempi biblici
Due mesi per essere visitato dal neurologo. Poi tre ore di fila solo per prenotare la consegna dei documenti all'ufficio. Un'altra attesa per cominciare la cura. Ecco la...

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Due mesi per essere visitato dal neurologo. Poi tre ore di fila solo per prenotare la consegna dei documenti all'ufficio. Un'altra attesa per cominciare la cura. Ecco la trafila che un disabile deve affrontare, in penisola sorrentina, per sottoporsi alle necessarie fisioterapie. A denunciarlo è Gigi Salvi, 47enne costretto sulla sedia a rotelle da una rara forma di amiotrofia, in un video su Facebook.


LA DENUNCIA

Ogni settimana Salvi, che da consigliere comunale di Piano di Sorrento ha lottato per i diritti dei disabili, deve affrontare tre sedute di fisiokinesiterapia e due di fisioterapia respiratoria. Perciò si rivolge periodicamente al suo medico di base che gli prescrive una visita neurologica. Ed ecco il primo intoppo: trascorrono mediamente due mesi dal momento della prenotazione al giorno in cui Gigi viene visitato dallo specialista dell'Asl. Quest'ultimo rilascia poi la prescrizione per la fisioterapia: Salvi la consegna al centro specializzato, che entro pochi giorni gli comunica la disponibilità e gli restituisce il documento per il quale è richiesto l'ok definitivo da parte dell'ufficio riabilitazione dell'Asl. Qui comincia la seconda parte dell'odissea. «Per ottenere l'approvazione della terapia devo affrontare una fila di almeno tre ore», spiega Salvi. Al distretto sanitario, a Sant'Agnello, si rivolgono decine di pazienti. Tre volte a settimana gli operatori dell'Asl distribuiscono 30 biglietti numerati sulla base dei quali si stabilisce l'ordine per consegnare i documenti all'ufficio. Spesso sono i pazienti che annotano su un foglio i rispettivi orari di arrivo per evitare discussioni. Quando non accade, è il caos: «L'Asl ci ha detto che la pratica di segnare i nominativi è illegale continua Salvi Ma quando non ci è stata data la possibilità di farlo, i carabinieri sono stati costretti a intervenire perché le persone tentavano di superarsi a vicenda». Solo dopo essersi rivolto all'ufficio e aver atteso almeno un'altra settimana per ritirare la prescrizione vidimata dall'Asl, Salvi può cominciare le fisioterapie. E anche qui c'è il rischio che trascorrano giorni, nel caso in cui il centro si rivolge sia oberato di lavoro. «È vergognoso che un paziente affetto da una patologia conclamata sia costretto ad affrontare una simile trafila a causa della burocrazia conclude Salvi Anche chi non è malato deve denunciare questi disservizi e far valere il diritto alla salute».
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Il Mattino