Noemi bimba ferita a piazza Nazionale, la vita di lusso dell'uomo nero tra discoteche, auto e privè

Usano telefoni criptati, con programmi di ultima generazione, di quelli che risultano invisibili anche ai reparti investigativi più attrezzati. Sembrano rispecchiare,...

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Usano telefoni criptati, con programmi di ultima generazione, di quelli che risultano invisibili anche ai reparti investigativi più attrezzati. Sembrano rispecchiare, almeno a giudicare dall’estetica, tutti i cliché gomorroidi, tra barbe lunghe, braccia tatuate, orecchini e moto di grossa cilindrata, ma sono meno grossolani di quello che sembra. 

Per mesi, le loro conversazioni sono rimaste blindate grazie a un filtro usato da pochi criminali in Italia, un sistema che ha dato filo da torcere ai nostri inquirenti, capaci comunque di andare a dama, grazie al più classico degli espedienti: piazzare una cimice all’interno dell’auto giusta, un modo per captare alcuni passaggi chiave di un massiccio traffico di droga. Ed è a bordo di questa auto che è emerso il canale privilegiato della droga: una sorta di Eldorado che va da corso Arnaldo lucci fino alle discoteche romagnole. La base logistica era a Cattolica, bella vita assicurata. È questa la convinzione dei pm a carico di due soggetti legati in modo sinistro alla cronaca cittadina: parliamo di Armando Del Re, «l’uomo nero», quello condannato per aver ferito la piccola Noemi, a maggio di tre anni fa, nei pressi di piazza Nazionale. L’uomo nero della scena da far west in un video dramamtico. È grazie alle cimici piazzate in una auto del gruppo ritenuto riconducibile a Del Re, che è stato possibile risolvere il caso di Noemi. È così che i pm di Napoli hanno imbroccato la strada giusta, per stanare Armando Del Re e il fratello Antonio, entrambi condannati per l’agguato di piazza Nazionale. Ma restiamo alla storia romagnola. 

Inchiesta condotta dal pm anti camorra Ida Teresi, si legge negli atti depositati nel corso del procedimento a carico dei narcos della periferia orientale: vita di lusso, tenore sfarzoso, al di sopra di ogni standard ordinario, dentro e fuori alcuni club della riviera romagnola. Tradotto: tavoli riservati, bottiglie di champagne, auto di grossa cilindrata, un mondo esclusivo frequentato anche da vip o sedicenti tali che vivono le notti di Cattolica. Fatto sta che gli inquirenti hanno scoperto una “piazza” interamente gestita dal gruppetto di napoletani. Ma chi sono i soggetti oggi finiti al centro dell’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli, a proposito di traffici di cocaina? Difesi - tra gli altri - dai penalisti Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, quelli del presunto gruppo Del Re hanno vissuto per anni da cani sciolti. 

Narcos, broker della droga e altri delitti, ma sempre in una condizione di autonomia rispetto ai cartelli cittadini che muovono le fila della camorra. Secondo alcuni pentiti, Armando Del Re in passato è stato coinvolto in un agguato consumato alla riviera di Chiaia, anche se non c’è mai stato alcun riscontro processuale. Poi la vicenda di Noemi, per la quale è stato condannato a 16 anni e otto mesi di reclusione per il ferimento della piccola e della nonna, mentre la bambina passeggiava sotto casa assieme alla mamma. Ora la storia della droga, della bella vita e dello scudo creato contro le intercettazioni: si tratta di un sistema che fa capo alla tecnologia Pgp, che ha consentito per mesi a quelli dell’uomo nero di blindare le proprie conversazioni, salvo poi rimanere scoperti grazie a una cimice piazzata nell’auto giusta. È nato così lo spunto investigativo che ha consentito ai pm titolari delle indagini (e alla guardia di finanza) di trasmettere l’imbeccata giusta ai pm che lavoravano sul caso Noemi: una sinergia investigativa che ha consentito di chiudere il caso sulla dolorosa vicenda di piazza Nazionale. 

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Il Mattino