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Questa mattina un uomo di 51 anni, residente a Soccavo, ha tentato di darsi fuoco nella sede della IX Municipalità. É salito al secondo piano dell'edificio, ha attraversato
tutto il corridoio che conduce alla presidenza, si è cosparso il corpo di benzina, contenuta in una bottiglia nascosta sotto il giubbotto, e con un accendino in mano ha minacciato di darsi fuoco.
Franco Persico, 51 anni disoccupato si «arrangia» con lavoretti di giardinaggio, pulizie di cantinole o fa l'imbianchino. Tutto per poter portare avanti una famiglia allargata: moglie, tre figli e due nipoti. Un alloggio assegnato nel 2005, in via provvosoria dall'ufficio casa del comune di Napoli, in via Antonio Pio a Soccavo.
Ora però si trova con una sentenza esecutiva di sfratto, già rimandata un paio di volte. «Sono stato preso dalla disperazione e da un momento di follia - racconta l'uomo -. Questa mattina ho comprato una bottiglia di benzina e sono andato al municipio. Pensavo di uccidermi poi però quando sono arrivati i carabinieri, mi sono consegnato e il 118 mi ha accompagnato all'ospedale San Giovanni Bosco. Volevano ricoverarmi, ma ho rifiutato. Devo lavorare per portare avanti la famiglia».
A chi gli chiedeva il perchè del gesto ha risposto: «Perchè sono deluso. Sono trentadue anni che non riesco ad avere un alloggio decente io e la mia famiglia. Nel 1985 abitavo nel blocco chiamato T1 di via Trencia a Pianura. Poi a causa di un crollo di un solaio, lo stabile fu dichiarato inagibile ed il Comune ci trasferì a dicembre 2005, insieme ad altre cinque sei famiglie, in via Antonino Pio a Soccavo».
«Le abitazioni nel dicembre 2005 con i verbali di consegna nn. 4159, 4160, 4162 e 4163 furono assegnate dal Comune, a cittadini senza tetto», si legge nell'atto di citazione promosso dalla società proprietaria degli immobili nei confronti dell'amministrazione comunale.
«Ci era stato promesso - prosegue Persico - che saremmo rimasti ad abitare in zona dove ho i miei lavoretti e dove i miei nipoti, che abitano con me, vanno a scuola. E invece ci hanno assegnato prima un alloggio a Miano di 65 mq, insufficiente per il mio nucleo familiare. Poi, solo questa mattina, mentre ero in ospedale, a mio figlio Giuseppe, che aveva il mio cellulare, è arrivata una telefonata dal comune, in cui gli comunicavano l'assegnazione di una casa al rione Incis a Ponticelli: prendere o lasciare. Non mi sembra serio trattarci così. Io chiedo il rispetto delle promesse fatte».
Solidale con Franco Persico si è dichiarato il presidente della municipalità Maurizio Lezzi che oggi è rimasto in stretto contatto con l'assessore Fucito per cercare di risolvere il problema dell'uomo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino