Una festa di popolo a Casal di Principe in ricordo di don Peppe Diana, il prete ucciso 25 anni fa perché aveva osato sfidare la camorra, con migliaia di studenti e...
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Una festa «venuta dal basso» in cui non è passata però inosservata l'assenza di parte dell'arco istituzionale. Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, dice, riferendosi ai tanti colleghi politici e rappresentanti istituzionali non presenti, che «avrebbero potuto far spazio nella propria agenda per la giornata di oggi. Qui a Casal di Principe la parola Antimafia ha un senso».
Alla giornata, iniziata con la Santa Messa, proseguita con la presentazione del francobollo in onore di don Diana, e conclusasi con la marcia arrivata al cimitero dove il prete è sepolto, era stato invitato anche il presidente della Repubblica Mattarella, che ha inviato un messaggio, in cui ha definito la camorra «una forma di terrorismo che sradicheremo». Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, in un post su facebook, afferma che «tutta la società civile, a partire da ciascuno di noi, è chiamata a fare la propria parte, seguendo la strada indicata da persone come don Peppe Diana». Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, ogni anno sempre presente, parla di una «Casal di Principe profondamente rinnovata, in positivo, rispetto a 25 anni fa». L'ex pm che per primo ha indagato sui Casalesi, si dice però preoccupato perché nota «un calo di attenzione sul fenomeno camorra», che si evince dalla quasi totale assenza delle istituzioni, se si eccettuano quelle locali.
Sulla stessa falsariga Gianni Solino, referente casertano di Libera, che si dice comunque felice perchè «i valori di Don Diana rivivono nei giovani presenti». Valerio Taglione, del Comitato don Diana, parla di «giornata eccezionale, con tanti ragazzi che hanno raccolto in pieno l'eredita di Don Diana. L'unico neo è l'assenza quasi totale dello Stato; comunque noi andremo avanti lo stesso per la nostra strada». Il Procuratore di Napoli Nord Francesco Greco, ex pm della Dda di Napoli che ha indagato sui Casalesi, parla di «cambiamento epocale per Casal di Principe, frutto di uno scatto d'orgoglio della cittadinanza e di uno sforzo investigativo cominciato nel 1995 con la prima ordinanza Sparcatus e profuso da un gruppo di pm e da un'efficiente polizia giudiziaria». È polemica e arrabbiata Rossana Pagano, figlia di Pasquale, vittima innocente dei Casalesi, ucciso per errore nel 1992. «Nessuno pensa più alle vittime innocenti - dice - sono scomparse dai radar politico-istituzionali». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino