De Luca attacca don Patriciello, Schlein: «Il dileggio non ci appartiene»

Il parroco: «Le battaglie politiche non si devono fare sulla nostra pelle»

«Oggi è una giornata di festa per la comunità del Parco Verde – dice raggiante di gioia don Maurizio Patriciello, prete con il Vangelo e la Costituzione...

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«Oggi è una giornata di festa per la comunità del Parco Verde – dice raggiante di gioia don Maurizio Patriciello, prete con il Vangelo e la Costituzione sotto braccio –. Ben quaranta giovani di questo quartiere di Caivano riceveranno dal vescovo Angelo Spinillo il sacramento della Cresima, e tra questi che sono nati e vissuti qui, alcuni tra meno di un anno arriveranno a laurearsi. Doppia gioia».

Don Maurizio, sul sagrato della parrocchia, qualche minuto prima della celebrazione, abbraccia a ripetizione un nugolo di bimbi vocianti, mentre gli adulti invece, li chiama tutti con il nome di battesimo. E sono davvero tanti. C’è tutta la comunità del Parco Verde, a stringersi intorno al “ loro” prete, sballottolato all’improvviso in una polemica che non gli appartiene, da Vincenzo De Luca, presidente della Regione, che nel suo monologo del venerdì, ha definito il parroco «Il Pippo Baudo, con la frangetta, nell’area a nord di Napoli», per aver partecipato su invito del commissario Fabio Ciciliano, alla presentazione da parte di Giorgia Meloni, del suo progetto di riforma istituzionale del premierato.

« Che dire – risponde il parroco - Pippo Baudo, tirato suo malgrado in queste chiacchiere, è una persona stimata e benvoluta da tutto il Paese. La frangetta? Dipende dal fatto che ho molti capelli». Scherza don Maurizio. Sarà l’aria di festa. Ma quelle dure parole, come ha ribadito «Sono state un coltellata al cuore». E a mente fredda, nel pomeriggio, commentando l’accaduto nel corso di un’intervista a Rai1, don Maurizio ha dichiarato che il riferimento al suo taglio di capelli, gli ha ricordato episodi di bullismo verbale. Un affondo. Che fa riflettere. E che aumenta il tasso di tensione istituzionale.

Tanto che in una nota, a margine della visita al Salone del Libro di Torino, la segretaria del Pd Elly Schlein, in qualche modo prende le distanze, ancora una volta, dal presidente De Luca. «Abbiamo sempre detto, io ho sempre detto, che il nostro linguaggio non prevede alcun tipo di vituperio o dileggio, non ci appartiene. Noi invece ringraziamo il forte contributo al contrasto alle mafie che tutti i nostri amministratori e amministratrici, militanti stanno dando tutti i giorni».

Mancano pochissimi minuti all’arrivo del vescovo, e don Maurizio, un fiume in piena ma sempre con garbo, rispondendo alla domanda su un possibile incontro con De Luca: «Sono un prete. Credo nel perdono e nell’accoglienza. Accoglierei De Luca come un fratello. Ma purtroppo non ho il suo numero, altrimenti lo avrei già invitato di persona e spero di poterlo fare presto».

Una battuta contro di lei per colpire il presidente Meloni? Don Maurizio risponde all’istante. «Non faccio politica. Però voglio ricordare al presidente della Regione che lo scorso settembre dichiarò che a Caivano lo Stato era stato assente. Noi del Parco Verde lo sapevano e subivano tutti i danni di questa assenza da decenni. Ad agosto, dopo la storia delle due bambine stuprate, ho mandato un messaggio a Giorgia Meloni

 Le ho chiesto aiuto. L’ho invitata a venire qui per rendersi conto, a vedere in faccia la disperazione. L’ha fatto. E ora è in atto un forte cambiamento. Dire questo, che è la realtà dei fatti è fare politica, tanto da essere attaccati così duramente? Aspetto il fratello De Luca, e sono pronto a schierarmi con le 252 famiglie sotto sfratto. Se loro finiranno per strada, io starò con loro per strada».

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Il Mattino