SORRENTO. Gianfranco Ercolano dovrà essere nuovamente giudicato dalla Corte d'appello di Napoli. L'ha deciso la Cassazione annullando la condanna a tre anni e due...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ercolano e Di Capua erano stati arrestati (e successivamente liberati) insieme ad altre quattro persone a maggio 2014. All'imprenditore sorrentino si contestava l'acquisto di due confezioni di cocaina, la prima da 15 e la seconda da 40 grammi lordi. Una vicenda per la quale Ercolano era stato condannato prima dal Tribunale di Torre Annunziata e poi dalla Corte d'appello di Napoli a tre anni e due mesi di reclusione. I giudici avevano ritenuto che il 39enne sorrentino avesse acquistato la sostanza stupefacente «a fini di spaccio». Di diverso avviso la sesta sezione penale della Cassazione, secondo la quale il possesso di un quantitativo di droga superiore a quello massimo consentito dalla legge non basta a dimostrare la finalità dello spaccio. Risultato? Sentenza annullata con rinvio, il che vuol dire che Ercolano dovrà essere giudicato da una diversa sezione della Corte d'appello di Napoli.
Discorso differente per Di Capua. Secondo i suoi avvocati, la sentenza di condanna inflittagli dai giudici napoletani si sarebbe basata solo su una «parziale e limitata» confessione resa dallo stesso 49enne torrese al momento dell'arresto e sulle dichiarazioni rilasciate da una donna di Sorrento che da lui avrebbe più volte acquistato la droga. La Cassazione, però, ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dai difensori di Di Capua che si è quindi visto confermare la sentenza di condanna a cinque anni di reclusione e 50mila euro di multa per cessione continuata di cocaina.
È questo il primo esito di una vicenda risalente alla primavera del 2014, quando la polizia di Sorrento arrestò sei persone in esecuzione di un'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata. Per altri tre indagati, invece, scattò l'obbligo di dimora. Attraverso intercettazioni, appostamenti e pedinamenti i poliziotti ricostruirono l’attività illecita di due distinti gruppi di persone, alcune delle quali impegnate in attività imprenditoriali lecite e talvolta anche di notevole rilievo, le quali avrebbero offerto copertura al traffico di droga in tutta la penisola sorrentina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino