Napoli. Droga, i «baby soldati» con il tatuaggio: «Riscatto, fedeltà, onore» | Foto

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Il pizzo era imposto con le modalità tipiche della camorra, spendendo il nome dei nuovi boss della zona, con il ricorso alla minaccia e alle ritorsioni. Le vittime sono...

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Il pizzo era imposto con le modalità tipiche della camorra, spendendo il nome dei nuovi boss della zona, con il ricorso alla minaccia e alle ritorsioni. Le vittime sono commercianti e imprenditori della zona orientale, costretti a tacere per timore e a pagare per evitare di mettere a repentaglio la sicurezza propria e dei propri cari.








Eccolo lo scenario da Far west che emerge dalla recente inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sulla mala di Ponticelli. Dodici gli arresti eseguiti dagli agenti della squadra mobile e dai poliziotti del commissariato di zona. In manette i presunti «esattori» della camorra, fedelissimi dei fratelli De Micco (Marco, Luigi e Salvatore, ritenuti ai vertici dell'organizzazione e già in carcere per altre accuse) che avrebbero imposto il pizzo in nome del clan noto anche come i «Bodo».



Estorsione aggravata dalla finalità mafiosa, incendio doloso, porto e detenzione illegale di armi sono, a diverso titolo, i reati contestati ai dodici indagati, da ieri in cella per effetto dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta dei pm del pool antimafia che ha coordinato l'inchiesta, i sostituti procuratori Vincenzo D'Onofrio, Antonella Fratello, Francesco Valentini.




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