Gli insospettabili fiancheggiatori dei narcotrafficanti. Operai, casalinghe, disoccupati, anziani pensionati con la «minima», persone perbene all'apparenza, senza...
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I due avevano avviato una fiorente attività di spaccio nell'abitazione di lei a Cercola, in via Matilde Serao. I poliziotti hanno bloccato alcuni acquirenti recuperando nell'abitazione diverse dosi di marijuana (34 grammi); 4 pezzi di hashish, 0,78 grammi di cocaina, un bilancino e 220 bustine in cellophane per confezionamento.
A Casandrino, sei giorni fa, era finita in manette Stefania Esposito, 29 anni, incensurata, originaria del quartiere delle Vele, arrestata nel corso di un blitz dei carabinieri della compagnia Stella di Napoli con i militari della caserma di Scampia. Nella sua abitazione i militari hanno sequestrato più di un chilogrammo e mezzo di stupefacente tra cocaina, eroina e droghe sintetiche, insieme ai bilancini di precisione e tutto l'armamentario per confezionare le dosi. Trentasei ore dopo, quasi in fotocopia è stata arrestata ancora un'altra donna, Nunzia Caruso, 34 anni, casalinga, nessun precedente penale. Nel comò e in un cassettone della sua abitazione, nel centro storico di Caivano, i carabinieri di Castello di Cisterna hanno rinvenuto e sequestrato 2.650 dosi di eroina, pari a circa tre chilogrammi di stupefacente e 150 dosi del micidiale crack. Ieri mattina la stessa scena si è ripetuta a Casalnuovo, dove è stata arrestata Anna Maria Esposito, 28 anni, incensurata. La donna è stata sorpresa mentre cedeva per strada una dose di hashish a un tossico. I militari hanno quindi perquisito la sua abitazione: e qui, nella camera da letto, hanno sequestro un chilo e duecento grammi di eroina, già suddiviso in dosi.
Arresti importanti, la classica punta di quell'iceberg del nuovo sistema dalla camorra 3.0, quella che senza l'ingombrante peso dei padrini storici ha permesso e poi strutturato, con tanto di tariffe, un vero e proprio imponente welfare criminale tra Napoli e la sua provincia, dal quale traggono un reddito più o meno fisso circa diecimila persone, secondo stime per difetto delle forze dell'ordine. Evidente il vantaggio dei camorristi, gestire lo spaccio evitando concentramenti in luoghi sempre più controllati dalle forze dell'ordine e i conseguenti rischi di maxisequestri. Ma non solo. Accanto alle insospettabili casalinghe con la droga nel tinello, ancora prima c'è il confezionamento delle dosi: e qui il profilo ideale è quello delle donne anziane a basso reddito, soprattutto vedove senza figli e con pochi legami. La loro giornata inizia al calar del sole, quando accompagnate in auto dagli affiliati al clan si ritrovano in una decina, in un posto deciso all'ultimo minuto. Qui, dopo una pizza pagata dal sistema, inizia la fase del confezionamento a mo' di catena di montaggio. C'è chi taglia la plastica in quadratini 5x3 centimetri e chi con i cucchiaini dosati (quelli degli sciroppi) mette lo stupefacente sui quadratini che, poi, saranno sigillate in modo ermetico dai saldatori.
Compenso per tre, quattro ore di lavoro? Tra i 100 e i 150 euro, quasi un quarto della loro pensione. Mille euro a settimana, per chi invece accetta di custodire in casa grossi quantitativi di droga, che diventano duemila se si confezionano in proprio le dosi. Un po' di più se, infine, la propria abitazione viene destinata a caveau delle piazze di spaccio, dove finiscono con un flusso continuo quel fiume di denaro provenienti dallo spaccio. Requisiti richiesti: bocca chiusa e spese legali da pagare in caso di arresto.
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Il Mattino