Elezioni a Napoli, Bassolino punta sulle quota rosa: tre capilista su cinque sono donne

Elezioni a Napoli, Bassolino punta sulle quota rosa: tre capilista su cinque sono donne
Quattro liste su cinque hanno il nome di Bassolino nel logo. Come è naturale che sia per l'ex sindaco che si presenta come un marchio di fabbrica in quanto ad...

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Quattro liste su cinque hanno il nome di Bassolino nel logo. Come è naturale che sia per l'ex sindaco che si presenta come un marchio di fabbrica in quanto ad esperienza da amministratore per tentare la conquista di palazzo San Giacomo. Senza partiti, stavolta, ma con molti pezzi di partito finiti nelle sue fila. Da candidati o nella macchina organizzativa pur di dare la volata all'ex governatore in questa scalata iniziata più di sei mesi fa. Unica eccezione Azione, la formazione politica dell'ex ministro Carlo Calenda, e il partito gay-lgbt che in Italia si presenta ovunque con una candidatura autonoma a sindaco tranne a Napoli. 

A primeggiare come capolista sono le donne, ben 3 su 5, e tutti nomi che provengono dalla società civile. A cominciare da «Bassolino per Napoli» con Rosanna Laudanna, una delle più giovani candidate, con i suoi 23 anni che porta dalla sua l'esperienza di consigliere della seconda municipalità. Per «Con Napoli, Bassolino sindaco», invece viene schierata Anna Savarese, architetto ed ex presidente campano di Legambiente. Il partito di Calenda, invece, mette un'altra giovanissima come Simona Russo, che si occupa di diritti umanitari al Parlamento Ue, e figlia di Peppe, storico dirigente del Pci con salde radici a Ponticelli ed ex capogruppo Pd in Consiglio regionale. Unici due uomini invece per l'altra civica («Napoli è Napoli, Bassolino sindaco») e partito Gay Lgbt: rispettivamente, Ennio Migliarotti, ex dirigente comunale, e Michele Adriano Brunaccini, grafico 28enne. Punta su di loro l'ex sindaco ed ex governatore che stamattina li presenterà nel corso di una conferenza stampa in un cinema del centro.

Con un unico obiettivo che Bassolino considera a portata di mano: arrivare al ballottaggio e da lì iniziare quella che un'altra partita. Anche a costo di scontrarsi con gli ex compagni del Pd che sostengono la corsa dell'ex ministro Gaetano Manfredi in alleanza con l'M5s.È questo lo scenario che ha in testa il governatore da mesi, da quando ha iniziato ad accarezza l'idea di correre in solitaria per risedersi su quella poltrona incontrata per la prima volta nel 93, quando iniziò, con l'elezione diretta, la lunga stagione dei sindaci del centrosinistra. Una corsa, quella del 2021, che secondo molti del mondo bassoliniano doveva concretizzarsi 5 anni fa. Dopo le polemiche e i veleni sulle primarie che lo tagliarono fuori dalla sfida e costrinsero il Pd a non oltrepassare il muro del primo turno. «Sarebbe stata interpretata come una guerra fratricida e personale tra me e il Pd», ha sempre ripetuto a chi gli chiedeva perché non l'avesse fatto 5 anni fa. Oggi però è diverso e si gioca per la terza volta la corsa per le comunali. Senza il Pd di cui però, lui rivendica sempre con forza di esserne il padre fondatore. E di quel mondo, quello del Pd e di alcuni delusi, lui è riuscito a diventarne il catalizzatore. Come lo è diventato di delusi renziani e di Articolo uno. È il caso di Luciano Crolla e Milena Miranda, turborenziani della prima ora e ora candidati nelle liste di Azione. Con la seconda che faceva parte della pattuglia di donne in corsa con il Pd nelle europee 2014. Ma è dal Pd che arriva la pattuglia più numerosa. Come è naturale che fosse, ovviamente. E candidati con Bassolino, sono Toti Lange, presidente della commissione di garanzia del Pd di Napoli sino a una decina di giorni fa, e Giorgio De Francesco, ex segretario della sezione di Fuorigrotta. E sempre da quel quartiere arriva Fortuna Caccavale, sociologa, che nelle primarie del 2007 riuscì a battere proprio un Bassolino ancora potentissimo governatore. Qualcosa, insomma, che sino a quel momento non era mai riuscito a nessuno. Ma non sono gli unici nomi democrat perché con l'ex sindaco si è spostato un pezzo importante della segreteria napoletana democrat di provenienza Cgil e radicata tra il Vomero e Fuorigrotta: quella legata all'ex consigliere regionale Gianluca Daniele che all'ultimo congresso ha eletto ben un delegato su 3 nella federazione di Napoli.

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Il Mattino