Elezioni a Napoli, ecco i capilista: Pd e Verdi pronti, il centrodestra è in ritardo

Elezioni a Napoli, ecco i capilista: Pd e Verdi pronti, il centrodestra è in ritardo
Mancano poche ore alla presentazione ma molte formazioni sono ancora alle prese con i capilista. Ma lo schema più frequente, per ora, rimane quello dell'ordine...

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Mancano poche ore alla presentazione ma molte formazioni sono ancora alle prese con i capilista. Ma lo schema più frequente, per ora, rimane quello dell'ordine alfabetico. Un modo per avere ancora qualche ora, la deadline scade sabato, per verificare se ci sia la possibilità di inserire un nome di peso dell'ultimo minuto o al massimo potrebbe essere proprio l'ordine alfabetico a capeggiare poi sulla scheda ufficiale. «Non è più come un tempo, non fa più presa il capolista», dice chi è all'opera per chiudere le formazioni. Con il centrosinistra che si affida di più al nome di richiamo, mentre nel centrodestra si opta per l'ordine senza nomi di richiamo in testa. Due schemi completamente diversi. 

Il Pd non abbandona lo schema classico che è nel Dna dei due partiti fondatori e quindi opta per i nomi di richiamo. Anzi il partito di Letta a Napoli ha fatto la scelta di un cappello di testa di ben 5 donne. E quasi tutte provenienti dalla società civile che hanno accettato la sfida di San Giacomo. Un cambio di passo per il partito di Napoli guidato da Marco Sarracino per aprirsi verso l'esterno e presentarsi con una nutrita quota rosa come auspicava il candidato sindaco Gaetano Manfredi. Tra le cinque donne, unica con esperienza politica, è Enza Amato, ex consigliera regionale. Ci sono poi Francesca Amirante (storica dell'arte), la preside Stefania Colicelli, la sociologa Lella Palladino e Giovanna Servillo, neurologa di 41 anni. Altra quota rosa anche per Azzurri per Napoli, la lista centrista fondata da ex esponenti di Forza Italia a cui si sono aggiunti anche i renziani di Italia Viva a corto di nomi per una lista autonoma, che schiera Marilù Ferrara, docente universitaria della Parthenope e figlia dell'ex rettore Gennaro ex consigliere regionale Dc che nel 2001 si candidò sindaco contro la Iervolino. Optano invece per l'ordine alfabetico sia i grillini che gli ex nemici deluchiani di Napoli Libera.

I Moderati di Enzo Varriale, invece, in testa di lista sono pronti a schierare il consigliere uscente Mimmo Palmieri mentre la civica Manfredi sindaco ha avuto l'ok del notaio Dino Falconio a timonarla. Napoli solidale, invece, la lista che unisce Articolo Uno e diverse forze di sinistra non poteva che candidare Sergio D'Angelo, ex assessore di de Magistris che era sceso in campo da outsider prima di chiudere un accordo con Manfredi. Infine i verdi di Borrelli che pure hanno deciso con un cappello di lista composto da due donne e due uomini. E le prime sono due esponenti della società civile che hanno portato avanti la lotta contro le illegalità: Maria Luisa Iavarone, madre del piccolo Arturo che rischio la vita per una coltellata di una baby gang nel 2017, e Angela Procaccini, madre di Simonetta Lamberti l'undicenne uccisa, nel 1982, a 11 anni dai clan che volevano colpire il padre giudice. I due uomini, invece, sono il direttore sportivo Aldo Castaldo e il tour operator Andrea Vento. Niente capilista, invece, almeno per ora, per Antonio Bassolino e Alessandra Clemente. Il primo, in campo con 5 liste, la seconda alle prese con gli ultimi ritocchi e capire se poter chiudere a 3 o 4 liste.

Più complicato il discorso nel centrodestra dove regna la preferenza per l'ordine alfabetico. Criterio che vorrebbero adottare anche partiti strutturati come Fratelli d'Italia e i leghisti. Mentre Forza Italia vorrebbe adottare lo schema di un doppio capolista: uno politico e uno della società civile. Il primo c'è già ed è il consigliere uscente Salvatore Guangi mentre sono in corso le trattative per chiudere sul secondo su cui giovedì dovrebbe dare l'ok il vicepresidente Fi Antonio Tajani in arrivo a Napoli. E la scelta è tra due docenti universitari e un avvocato di peso, dicono gli azzurri.

Altri due capilista, invece, arrivano dai partiti minori. Parliamo di Hugo Maradona, fratello del celebre calciatore argentino, in testa alla formazione civica Napoli Capitale del vulcanico Enzo Rivellini. Mentre Cambiamo il partito fondato da Giovanni Toti si affida a Peppe Balzamo, ex consigliere provinciale e capogruppo Ds al Comune e poi esponente del Pd, prima di passare nel centrodestra. 

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Il Mattino