Elezioni a Napoli, una giornata con Gaetano Manfredi: la sfida del professore dalla city ai Decumani

Elezioni a Napoli, una giornata con Gaetano Manfredi: la sfida del professore dalla city ai Decumani
La giornata del candidato Gaetano Manfredi parte da Nola, cittadina dove l'ex rettore continua a risiedere. E non fa nulla che corre per la carica di sindaco di Napoli....

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La giornata del candidato Gaetano Manfredi parte da Nola, cittadina dove l'ex rettore continua a risiedere. E non fa nulla che corre per la carica di sindaco di Napoli. E, quindi, ogni mattina, tappa veloce a Eccellenze Campane in via Brin per fare il punto della situazione con i suoi e poi a macinare incontri su incontri. Così ogni giorno da inizio giugno da quando è terminata la vita da docente di ingegneria per fare spazio a quella di aspirante sindaco di Napoli per una larga coalizione di centrosinistra allargata ai grillini. 

Gli spazi antistanti la stazione sono invasi da turisti («Non ne avevo mai visti così tanti in questo periodo, Napoli è piena», rimarca l'ex ministro) e il solido caleidoscopio napoletano che vi ha imbastito un fiorente commercio. Dai venditori di ogni mercanzia al bancariello delle tre carte posizionato rigorosamente all'ombra. Manfredi però fende la piazza veloce perché ha un appuntamento a cui tiene e tocca l'argomento che è il cardine del suo impegno politico: i giovani. Ad attenderlo, infatti, c'è un gruppo di studenti di «Napoli partecipa». «Sono loro - anticipa - il grande termometro sul futuro perché guardano agli anni a venire e dobbiamo creare tutte le condizioni affinché rimangano in questa città». Sono una ventina ad attenderlo sotto il sole cocente e, prima cosa, da prof chiede, a uno per uno, a quale facoltà sono iscritti. E loro, di rimando, hanno una sola richiesta: «Crediamo in un sindaco che sappia guardare a tutte le diverse anime ed a tutti i quartieri, che abbia una visione di una città di dimensione europea e non provinciale, inclusiva, aperta e dialogante e non chiusa in sé stessa, accogliente e non escludente». Con loro c'è anche chi si candida. Come Alessandro Avella, 21 anni appena compiuti, in campo nella lista Manfredi sindaco per un posto di consigliere alla circoscrizione Vomero. E proprio qui, nelle Municipalità, l'ex ministro ha chiesto un ricambio della classe politica: «Parità di genere sicuramente nelle presidenze e nomi nuovi ai vertici, è la richiesta che ho fatto ai partiti per un rinnovo vero», dice lui che ha cercato di convogliare più giovani possibili nelle sue liste per i parlamentini. Ma cosa vi aspettate da me?, chiede ai ragazzi? «Un'opportunità», dice uno di loro che spera in questo docente universitario di ingegneria a San Giacomo che sembra più distante dai partiti. 

Che poi il nodo dei partiti e della politica rimangono anche per Manfredi, costretto a fare da arbitro e vigile urbano nella sua stessa coalizione di ben 13 liste a causa di transfughi e voltagabbana vari saliti sul suo carro. «La valutazione - spiega ieri mattina - tocca in primo luogo ai partiti che hanno la responsabilità dei nomi messi in campo. Io però mi auguro che i cittadini sappiano fare scelte che premino l'impegno civile e non certe logiche di partito». Politici, ad esempio, come Paolo Siani, parlamentare alla sua prima legislatura dopo anni e anni di impegno civile. Manfredi lo incontra in un hotel del centro storico che gli ha messo a disposizione una stanza. Con loro due c'è anche Rosaria Chechile, del coordinamento Scuole aperte che, nella vicina Salerno, è candidata contro il sindaco deluchiano uscente anche se è tesserata Pd. Paradossi se De Luca sostiene Manfredi ma non è un problema perché il tema è più importante: la scuola. E ai due l'ex ministro dell'Università illustra il progetto di apertura degli istituti scolastici per l'intera giornata, garantendo i servizi accessori (sport, musica, inglese etc.) per tutti. Con l'obiettivo di togliere i ragazzi dei quartieri dalla strada e far fare queste cose anche a chi non riesce a permetterselo. Senza dimenticare più asili nido pubblici a disposizione dei napoletani. 

Poi è normale che non c'è da discutere solo con esponenti della società civile e tocca esserci anche alle iniziative politiche. Come la rinascita, per ora con un giornale on line, di Alleanza democratica, il partito creato, tra gli altri, da Mariotto Segni. A organizzare tutto è l'ex senatore dipietrista Nello Formisano che ritorna in pista per queste comunali dando una mano a Manfredi. Di quella avventura c'è ieri a Napoli anche il sindacalista Giorgio Benvenuto e nuovi compagni di strada. Come il notaio Dino Falconio, presidente della fondazione Ravello («Aver avviato la riqualificazione urbana dll'Apple accademy a San Giovanni è stato già un assaggio di quello che farà», dice) che si candida in Manfredi sindaco mentre portano i saluti il presidente del Pd di Napoli Paolo Mancuso e il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola. Con quest'ultimo che difende la coalizione larga: «Il modello è quello deluchiano ampliato con l'M5s. C'è anche qualche ex Dema ma con giudizi negativi degli anni precedenti». Un tema che ha agitato la politica su cui chiarisce la sua anche Manfredi. «In matematica si chiama derivata positiva ma - spiega - una coalizione ampia deve prevedere grandi famiglie politiche più che liste personalistiche. Saremo una grande laboratorio della rappresentanza politica ma ai partiti ho chiesto impegno e rinnovamento per scegliere i nomi». In sala anche Enzo Varriale, segretario dei Moderati, che ascolta e apprezza prima di prendere, dopo, Manfredi sottobraccio e discutere a parte di dettagli elettorali. Anche se Manfredi vuole in pubblico vuole parlare di altro, di futuro. «Serve una giunta competente, con una visione e con grande capacità amministrativa, quello che è mancato in questi anni», spiega prima di rilanciare il «patto di alleanza con le grandi città. Anche per una battaglia comune per invertire la scelta degli ultimi anni di depotenziare le amministrazioni, tagliando le risorse sul territorio». Ecco il programma di Manfredi che non considera la campagna in discesa e si duole della durezza mostrata dagli avversari: «Veleni, dossier: non credevo si arrivasse a tanto...», confida. 

Poi nel tardo pomeriggio di corsa verso Sorrento. Sembrerebbe innaturale ma non lo è se ad organizzare una festa, in un agriturismo con vista sul mare, è un gruppo di amici che vivono a Napoli. Almeno un centinaio di persone. E qui incontra il collega Edoardo Cosenza che si ricandida all'ordine degli ingegneri e diversi professionisti. Tra cui molti candidati nella sua civica come Biancamaria Sparano, moglie del magistrato Alfredo Guardiano, Ferdinando Tozzi, avvocato e presidente della Campania Music commission, Gianfranco Wurzburger e sempre il notaio Falconio che non si perde anche questa tappa. E che il parterre sia composto tutto da napoletani che si godono l'ultimo weekend d'agosto in costiera si intuisce dal quesito, il più gettonato, che inoltrano al candidato: «La galleria Vittoria chiusa, non è possibile stare così per altri mesi. Faccia qualcosa», gli chiedono. E ancora che si metta fine alla stagione dei conflitti tra Regione e Comune. E lui tranquillizza tutti. «Dobbiamo ricostruire, ma per farlo ho bisogno della mano di tutti voi. Più giro - dice - e più avverto grande fiducia intorno al nostro progetto». 

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Il Mattino