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«C'è grande compattezza del Pd e forte sintonia tra il gruppo dirigente napoletano e il presidente De Luca. Si lavora per rinsaldare la maggioranza regionale e al contempo per verificare le condizioni di un ampliamento ai 5 stelle». Così Nicola Oddati, coordinatore della segretaria di Nicola Zingaretti. Oddati ha coordinato un'assemblea tra tutti i napoletani del Pd appena sabato scorso: dai parlamentari ai funzionari del partito, ai consiglieri regionali e quelli comunali, sul tema delle alleanze e come scendere in campo in primavera.
E a giudicare dalle parole di Oddati - personalità che garantisce ampiamente anche il governatore - De Luca starebbe pensando di aprire al M5S per quello che riguarda le alleanze su Napoli. Per l'ex sindaco di Salerno si configura - dunque - un cambio di rotta epocale.
Il giorno della verità è comunque vicino, e protagonista sarà ancora una volta Oddati perché in questa settimana - non oggi, l'appuntamento è slittato - a Roma ci andrà il segretario metropolitano Marco Sarracino come capo delegazione dem per mettere a punto la linee da tenere sulle alleanze e da quella sede dovrebbe uscire il definitivo via libera per stringere alleanze elettorali con i pentastellati e anche il governatore dovrà fare chiarezza.
Nella sostanza, quel giorno «la compattezza del Pd» dovrà essere plastica, toccabile con mano, palpabile. «Non sarà una sfida semplice.
Anche Sarracino non è stato da meno di Oddati: «Sgombriamo il campo da chi cerca di costruire una presunta incompatibilità tra la coalizione regionale e nazionale» le parole del segretario metropolitano.
L'ultima tornata elettorale è quella delle regionali di settembre, del trionfo personale di De Luca che arriva al 69,5% dei voti, con il Pd fermo al 16,9 dimezzando letteralmente i consiglieri regionali scesi a 8. A Napoli il Pd si ferma quel settembre al 16,4 mentre il governatore a livello personale ha intercettato il 20% del voto.
Un bel passo in avanti del Pd se si pensa che alle comunali del 2016 si fermò all'11,6%. Questa l'alleanza che ha sostenuto De Luca con 15 liste senza M5S, eccole: Partito Democratico; De Luca Presidente; Italia Viva; Campania Libera; Fare Democratico - Popolari; Noi Campani; Liberaldemocratici - Moderati; Centro Democratico; Partito Socialista Italiano; +Campania in Europa; Europa Verde - Demos Democrazia Solidale; Davvero - Partito Animalista; Per Le Persone e La Comunità; Democratici e Progressisti e Partito Repubblicano Italiano. Ci furono enormi polemiche prima durante e dopo la presentazione delle liste per la gran quantità di sigle messe in campo. Il M5S invece prese il 9,9% dei voti, una vera debacle. La somma di Pd e M5S vale a stento il 27%. De Luca e le sue liste, cioè senza Pd, hanno preso il 52,6%. Il governatore, nella sostanza, avrebbe vinto anche senza il suo partito.
Chiarito il contesto, quello che trapela è che De Luca - siamo sempre alle indiscrezioni - vorrebbe che buona parte dell'alleanza che lo ha portato al bis in Regione venga catapultata su Napoli, dai mastelliani ai demitiani.
Questa sarebbe la condizione per aprire e abbracciare il M5S che oggi in Regione è all'opposizione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino