Elezioni comunali a Napoli, De Luca apre a M5S: Pd verso la grande coalizione

Elezioni comunali a Napoli, De Luca apre a M5S: Pd verso la grande coalizione
«C'è grande compattezza del Pd e forte sintonia tra il gruppo dirigente napoletano e il presidente De Luca. Si lavora per rinsaldare la maggioranza regionale e al...

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«C'è grande compattezza del Pd e forte sintonia tra il gruppo dirigente napoletano e il presidente De Luca. Si lavora per rinsaldare la maggioranza regionale e al contempo per verificare le condizioni di un ampliamento ai 5 stelle». Così Nicola Oddati, coordinatore della segretaria di Nicola Zingaretti. Oddati ha coordinato un'assemblea tra tutti i napoletani del Pd appena sabato scorso: dai parlamentari ai funzionari del partito, ai consiglieri regionali e quelli comunali, sul tema delle alleanze e come scendere in campo in primavera.

E a giudicare dalle parole di Oddati - personalità che garantisce ampiamente anche il governatore - De Luca starebbe pensando di aprire al M5S per quello che riguarda le alleanze su Napoli. Per l'ex sindaco di Salerno si configura - dunque - un cambio di rotta epocale.

Il giorno della verità è comunque vicino, e protagonista sarà ancora una volta Oddati perché in questa settimana - non oggi, l'appuntamento è slittato - a Roma ci andrà il segretario metropolitano Marco Sarracino come capo delegazione dem per mettere a punto la linee da tenere sulle alleanze e da quella sede dovrebbe uscire il definitivo via libera per stringere alleanze elettorali con i pentastellati e anche il governatore dovrà fare chiarezza.

Nella sostanza, quel giorno «la compattezza del Pd» dovrà essere plastica, toccabile con mano, palpabile. «Non sarà una sfida semplice. Oltre ad una coalizione larga e ad un candidato forte e autorevole, occorre un'idea sul futuro della città. E servirà l'aiuto del Governo e della Regione per recuperare dieci anni disastrosi da ogni punto di vista e rimettere Napoli in piedi» chiosa Oddati. Che 24 ore fa è stato ancora più chiaro sulla strada verso la quale deve incamminarsi il Pd: «Su Napoli c'è bisogno di un grande impegno della Regione e del Governo. Il perimetro delle regionali è necessario ma non sufficiente. Allo stesso tempo la sola alleanza nazionale non basta. Per cui questi due perimetri hanno bisogno di incrociarsi».

Anche Sarracino non è stato da meno di Oddati: «Sgombriamo il campo da chi cerca di costruire una presunta incompatibilità tra la coalizione regionale e nazionale» le parole del segretario metropolitano.

L'ultima tornata elettorale è quella delle regionali di settembre, del trionfo personale di De Luca che arriva al 69,5% dei voti, con il Pd fermo al 16,9 dimezzando letteralmente i consiglieri regionali scesi a 8. A Napoli il Pd si ferma quel settembre al 16,4 mentre il governatore a livello personale ha intercettato il 20% del voto.

Un bel passo in avanti del Pd se si pensa che alle comunali del 2016 si fermò all'11,6%. Questa l'alleanza che ha sostenuto De Luca con 15 liste senza M5S, eccole: Partito Democratico; De Luca Presidente; Italia Viva; Campania Libera; Fare Democratico - Popolari; Noi Campani; Liberaldemocratici - Moderati; Centro Democratico; Partito Socialista Italiano; +Campania in Europa; Europa Verde - Demos Democrazia Solidale; Davvero - Partito Animalista; Per Le Persone e La Comunità; Democratici e Progressisti e Partito Repubblicano Italiano. Ci furono enormi polemiche prima durante e dopo la presentazione delle liste per la gran quantità di sigle messe in campo. Il M5S invece prese il 9,9% dei voti, una vera debacle. La somma di Pd e M5S vale a stento il 27%. De Luca e le sue liste, cioè senza Pd, hanno preso il 52,6%. Il governatore, nella sostanza, avrebbe vinto anche senza il suo partito.

Chiarito il contesto, quello che trapela è che De Luca - siamo sempre alle indiscrezioni - vorrebbe che buona parte dell'alleanza che lo ha portato al bis in Regione venga catapultata su Napoli, dai mastelliani ai demitiani.


Questa sarebbe la condizione per aprire e abbracciare il M5S che oggi in Regione è all'opposizione.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino