Elezioni comunali a Napoli, Boccia tratta con De Luca: l'ipotesi Fico in stand by

Elezioni comunali a Napoli, Boccia tratta con De Luca: l'ipotesi Fico in stand by
Non c'erano dubbi che le amministrative - e i casi dei candidati di Roma e Napoli - fossero quelli politicamente più spinosi per il Pd di Enrico Letta. E così...

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Non c'erano dubbi che le amministrative - e i casi dei candidati di Roma e Napoli - fossero quelli politicamente più spinosi per il Pd di Enrico Letta. E così ieri è sbarcato in Campania Francesco Boccia - ex ministro del governo Conte agli affari regionali - oggi il responsabile degli enti locali del partito che Letta ha voluto fortemente in quel ruolo. Ha fatto un tour per la Campania testando la salute del partito e dell'alleanza con il M5S - che sembra afflitta e febbricitante - e il clou è stata la tappa di Salerno, dove ha incontrato i deluchiani nella sede dem. E tra questi - trapela - il braccio destro del governatore Vincenzo De Luca, Fulvio Bonavitacola. E c'è chi è pronto a giurare che un contatto ci sia stato con lo stesso presidente della Regione. Quisquilie direbbe Totò perché il ringhio di Ruvo del Monte c'è sempre anche quando non si vede e questo è quello che conta.

Oggi però Boccia con ogni probabilità sarà a Napoli, perché il tema è il candidato sindaco della terza città d'Italia non di Salerno, e incontrerà il segretario del Pd metropolitano Marco Sarracino. Che duella con il governatore da mesi. Perché il primo non vuole l'alleanza con il M5S, forte del successo alle regionali contro di loro, mentre il segretario sostiene l'indispensabilità dell'alleanza con i grillini nella scia di quanto voleva prima Nicola Zingaretti e oggi lo stesso Letta.

Ieri l'incontro con i deluchiani non sarebbe andato male. Come ben sanno i lettori de Il Mattino, salgono vertiginosamente le quotazioni di un candidato civico perché il presidente della Camera Roberto Fico i deluchiani non lo digeriscono proprio. Ma soprattutto perché a Roma è molto, ma molto difficile che Virginia Raggi molli la corsa al secondo mandato per fare posto a un candidato del Pd. Insomma, l'asse Roma-Napoli resta centrale sul fronte dell'alleanza con il M5S, ma su quello della scelta dei candidati le due città non saranno più legate a filo doppio. O almeno non necessariamente quello che si deciderà per la Capitale avrà riverberi su Napoli e viceversa. Fico è ritenuto, a questo punto del rapporto tra Pd e M5S, una grandissima risorsa, ma anche un candidato divisivo. Nonostante l'endorsement della Appendino, la sindaca di Torino, che proprio ieri mattina ha dichiarato: «Se Fico si candidasse a Napoli ne sarei felicissima». Da molti interpretato come un messaggio indirizzato agli stessi pentastellati a non mollare il presidente della Camera nella capitale del sud e del reddito di cittadinanza. Meglio virare - invece il ragionamento a oggi dei vertici dei due schieramenti - su un civico o un politico meno compromesso con i partiti tradizionali così non si litiga e ci si può proiettare verso una coalizione ampia nelle altre città, e soprattutto in vista delle politiche del 2023. Una soluzione che piace anche a Sarracino, che non è convinto del tutto di abbandonare l'opzione Fico, e che oggi però a Boccia consegnerà un messaggio molto chiaro: a Napoli lo schema di 18 liste, cioè la replica dell'alleanza delle regionali, non sarà mai preso in considerazione dal partito, le liste devono essere 5, questo il numero ideale, perché il Pd deve vincere a Napoli dopo 10 anni e non deve accadere come in Regione dove ha dimezzato i consiglieri regionali con il De Luca bis. Il dossier è in mano a Boccia e scotta perché il fuoco non è sotto la cenere ma molto alto è visibile. E l'inviato di Letta sa che la pratica Napoli si deve chiudere entro aprile, possibilmente entro le prime due settimane, per lanciare poi il programma e la campagna elettorale.

Il civico che potrebbe unire tutti è il solito Gaetano Manfredi che fa trapelare sempre un certo gelo su questa ipotesi. Tuttavia, fu scelto da Giuseppe Conte come ministro per l'Università e visto che Conte potrebbe diventare il nuovo capo dei pentastellati se fosse lui a proporlo come candidato per Napoli sarebbe difficile per Manfredi dire no e per Pd e M5S non sostenerlo. 

Bisogna fare presto - questo trapela - nel definire il perimetro dell'alleanza perché c'è molta frenesia in giro tra i deluchiani e non solo. «Sembra che il destino del centrosinistra sia dipendente unicamente dalle vicende interne al Pd e alle sue correnti. Abbiamo rispetto per i dem ma lo pretendiamo anche noi. Avevamo stabilito che lo scorso fine settimana avremmo condiviso il preambolo politico e avremmo ricevuto una sintesi dei punti programmatici. Finora nulla. Quello che sta emergendo è un modus operandi discutibile e poco rispettoso delle altre forze politiche in campo» racconta il membro dell'esecutivo nazionale di Europa Verde Fiorella Zabatta delegata al tavolo di centrosinistra. 

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Il Mattino