I due ex alleati a contendersi la fascia tricolore, poco altro sullo sfondo. A San Giorgio a Cremano la campagna elettorale per le amministrative ha assunto i contorni di una...
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La rimonta dello sfidante è complicata, ma non impossibile. Nemmeno il vivace duello mediatico tra i due è tuttavia riuscito ad appassionare fino in fondo la sonnecchiante comunità sangiorgese, rimasta sostanzialmente lontana dal dibattito politico. Le preoccupazioni maggiori hanno finito così per riguardare i temi più sensibili, come sicurezza e illuminazione pubblica. Sembra invece non poter avere soluzione il rebus legato alla viabilità e ai parcheggi, tasti storicamente dolenti in un'area geografica tra le più densamente popolate d'Europa. Oltre allo sviluppo di un canale diretto con i cittadini, che ha comunque premiato Zinno per la gestione dell'emergenza Covid, la prossima squadra di governo dovrà prima di tutto recuperare le zone periferiche della città. Dalle inondazioni di via Patacca fino al degrado di Villa Pignatelli e dell'ex liceo scientifico, la valorizzazione del patrimonio dovrà necessariamente fungere da volano per eliminare le disuguaglianze di un territorio tanto piccolo (quattro chilometri quadrati in tutto) quanto eterogeneo dal punto di vista sociale.
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«In cinque anni - spiega Zinno - abbiamo inaugurato l'asilo nido, riaperto via Cupa Mare, messo a punto i restyling di piazza Troisi e del parco di Villa Bruno, riammodernato scuole e strade. La nostra visione di città è però assai più ampia. Proseguire nel segno della continuità sancirà il rinascimento degli spazi aperti, basti pensare alla riqualificazione a tutto tondo in programma nell'area di via Botteghelle e della caserma Cavalleri. Anche la redazione del Puc, già avviata dopo oltre vent'anni, contribuirà a ridisegnare la nostra amata città».
Decisiva per Marino sarà invece la capacità di scrollarsi di dosso l'etichetta di «ex vice Zinno» dopo la corsa congiunta dell'ultima tornata: «La mia denuncia in prefettura a seguito dello scandalo giudiziario che aveva colpito Zinno ed i suoi collaboratori è stata determinante per la rottura - afferma lui -. Una deflagrazione etica e politica che mi ha voluto distante e mi ha permesso di costruire un percorso civico dal basso, con i tanti amici che hanno preso le distanze dall'inefficienza di questi anni e che hanno preferito basare la nostra attuale azione e proposta politica su cura, vivibilità, trasparenza e competenza».
Nettamente dietro la coppia di testa, i Cinque Stelle. Del fortino pentastellato che nel 2015 fa portò in consiglio ben quattro grillini resta solo un ricordo sbiadito, offuscato dalla spaccatura del gruppo consiliare e dalle successive polemiche dell'aspirante candidato non certificato da Roma. La lista a sostegno di Patrizia Nola porterà nella migliore delle ipotesi al dimezzamento della delegazione del M5s. «L'obiettivo è quello di governare, è inevitabile che sia così - ribatte la Nola -. La squadra che mi onoro di rappresentare ha lavorato bene e il sostegno della gente mi rende moderatamente ottimista. Poi, a posteriori, andranno fatte delle riflessioni sulle dinamiche che si sono create nel gruppo cittadino. Politicamente le decisioni vanno accettate. Prendiamo atto che qualcuno non l'ha fatto, ne trarremo le conclusioni».
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Il fallimento del progetto di un terzo polo che riunisse le alternative in un'unica coalizione ha portato gli uscenti Aquilino Di Marco e Luca Mignano a sponsorizzare la candidatura in «Italia in Comune» di Luigi Gallo: «Abbiamo preso atto di come la tensione amministrativa si sia polarizzata su due candidati - premette l'ex consigliere -. Non abbracciamo la logica del voto utile, ci muoviamo come se ci fosse ancora il voto proporzionale. Giochiamo una partita sportiva in cui non abbiamo fatto girare soldi solo per ribadire il nostro no alle armate brancaleone che imbarcano candidati di ogni estrazione politica».
La sensazione è che i «pizzarottiani» si giocheranno un unico scranno con Aldo Galdieri, ultimo baluardo cittadino del centrodestra in quota Fratelli d'Italia: «Sarà importante piazzare in Consiglio un avamposto che agisca nell'interesse della città, dal momento che negli ultimi anni una vera opposizione non è esistita - punge il figlio del senatore -. Vogliamo costringere l'amministrazione a governare bene». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino