Elezioni, le grandi manovre di Salvini: lascia la Regione a Forza Italia per prendersi il Comune di Napoli

Elezioni, le grandi manovre di Salvini: lascia la Regione a Forza Italia per prendersi il Comune di Napoli
Al netto dei pensieri ombrosi per una crisi di governo, c'è un sogno che Matteo Salvini accarezza sempre di più in queste ore: conquistare Napoli portando un...

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Al netto dei pensieri ombrosi per una crisi di governo, c'è un sogno che Matteo Salvini accarezza sempre di più in queste ore: conquistare Napoli portando un sindaco leghista a palazzo San Giacomo. Impensabile sino a pochi mesi fa, quasi roba da fantascienza un paio di anni fa, eppure nel centrodestra in questi giorni si sta delineando un patto in vista del risiko del voto delle prossime Regionali e Comunali. Molto semplice: a Forza Italia il diritto di esprimere il nome che sfiderà De Luca l'anno prossimo, al partito della Lega quello che si giocherà, subito dopo (a meno di una fine anticipata) la successione a de Magistris.

 
Nonostante le fibrillazioni con gli alleati di governo e le emergenze di chi ha la responsabilità del Viminale, Salvini non distoglie mai lo sguardo dal suo partito. Mai. E pianifica le tappe della sua discesa nel Mezzogiorno. Due mattine fa, tanto per capirci, nonostante le forti frizioni con l'alleato Di Maio su Tav e Autonomia, con i suoi ha discusso dell'idea di riunire a Castelvolturno, nel Casertano, il comitato per l'ordine e la sicurezza. Un'assise come gesto simbolico di lotta alla camorra nel giorno di Ferragosto, come un anno fa fece a San Luca, in Aspromonte. E, dicono, non abbia battuto ciglio quando qualcuno gli ha fatto notare come tra due settimane il governo potrebbe pure non esserci più per il decreto sicurezza bis al Senato (dove i numeri sono risicati). Questo per dire come Matteo Salvini, crisi o non crisi, prepara nei minimi dettagli lo sbarco vero al Sud e dimostrare come il suo sia ormai un partito nazionale.

E quale miglior modo se non espugnare Napoli, capitale del Mezzogiorno? Appunto. Da qui un risiko con gli alleati che vede il Carroccio non interessato affatto a palazzo Santa Lucia. Anche perché, è il ragionamento di Salvini, la Regione viene vista comunque un'istituzione lontana dai cittadini a differenza dell'amministrazione cittadina dove serve un partito che faccia funzionare le cose e, soprattutto, si possa giocare la carta di ordine e sicurezza. Senza contare, dati delle ultime ore, come la Lega continua a volare nei sondaggi. Un vento in poppa di cui non ha mai goduto nessun partito (o leader politico) dopo un anno di governo, quando diventano visibili tutte le défaillance. Anzi il partito cresce e vola al 38 per cento. «In Campania sono oltre il 20. E continuano a salire», dicono nel centrodestra campano.

Naturale, quindi, per Salvini pensare al colpaccio su Napoli. Complice anche lo scenario che si aprirà dopo de Magistris. Tra Pd e Forza Italia reduci dagli insuccessi di due tornate elettorali consecutive e ancora in grande affanno e i grillini che non hanno mai attecchito in città lasciando spazio vitale e agibilità politica a de Magistris che, però, nel 2021 non potrà più ricandidarsi. E ci saranno, quindi, praterie sterminate per Salvini.


Naturale che per questo scenario serva non solo un partito in crescita ma anche un nome forte da proporre e lo sdoganamento della Lega tra la società civile. Sull'ultimo punto, Salvini è convinto di essere sulla strada giusta dopo aver assoldato (anche se ha mancato l'elezione alle Europee) Aurelio Tommasetti, il rettore uscente dell'Università di Salerno. Sul nome del candidato, invece, il vicepremier sa che si gioca tutta la partita. L'identikit che ha immaginato è quello di un autorevole e conosciuto esponente delle forze dell'ordine. Un questore o un prefetto che accetti la sfida di cambiare Napoli partendo dal suo vulnus: la sicurezza. «E se questo è l'identikit, vuol dire - dice chi ha parlato con Salvini in questi giorni - che ha già almeno un paio di nomi in testa per Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino