«Non ho ancora firmato la candidatura, da giorni ho tutti i documenti pronti: se però anche il Movimento Cinquestelle convergerà su Sandro Ruotolo, allora...
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Nelle riunioni svoltesi tra Roma e Napoli, ai tavoli sono emersi vari nomi: oltre a Guangi, quello del presidente della Lazio Claudio Lotito e dell'ex assessore regionale Severino Nappi, pronto in ogni caso a presentare una lista alle prossime regionali. In pole position resta tuttora Guangi, consigliere comunale da otto anni e vicepresidente dell'assemblea partenopea, vicino alla vicepresidente della Camera Mara Carfagna ma in buoni rapporti anche con l'ala berlusconiana che fa capo ad Armando Cesaro. «Sul mio nome sto verificando una convergenza tra tutti i partiti - spiega lo stesso Guangi - Sto ancora aspettando l'ufficialità, ho tutti i documenti pronti per presentare la mia candidatura. Insomma, aspetto soltanto di iniziare la campagna elettorale».
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La scelta del centrosinistra tornato unito grazie al nome del giornalista Sandro Ruotolo rappresenta un naturale motivo di ragionamento all'interno del centrodestra. Guangi riuscirà a sconfiggere un candidato con un profilo nazionale? Questa la domanda che si stanno ponendo gli esponenti azzurri. C'è chi espressamente invita a cambiare cavallo all'ultimo giro di corsa, come l'ex consigliere comunale Raffaele Ambrosino che rilancia il nome dell'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, ma i vertici di Forza Italia al momento non sembrano avere intenzione di cambiare. «Sentiamo di essere in vantaggio», dicono. Il collegio 7 per Palazzo Madama, lasciato vacante dalla morte del professore grillino Franco Ortolani, copre un'area molto vasta: i candidati dovranno correre da un capo all'altro della città per convincere gli elettori a recarsi alle urne per votare un singolo senatore. «Lo so, non è certamente un collegio facile - osserva Guangi - È una corsa ibrida, ma conosco bene il territorio, giro da sempre i vari quartieri coinvolti e soprattutto sono otto anni che faccio il consigliere comunale. Se i Cinquestelle vanno da soli, posso tranquillamente giocare e vincere la partita: non è certo il candidato Pd-de Magistris a mettermi paura. Se invece si mettessero insieme il centrosinistra ed i grillini, allora farei una valutazione diversa: sarebbe difficile contrastarli». Insomma, il centrodestra napoletano sente di avere il vento a favore e quindi vuole sfruttarlo il più possibile. La ritrovata unità nel centrosinistra - dai democratici a Leu fino agli arancioni - viene letta e interpretata come «scelta incoerente» che andrà spiegata agli elettori. «Sono curioso di sapere come il Pd giustificherà ai propri elettori e militanti un accordo con il sindaco de Magistris che i democratici volevano sfiduciare pochi giorni fa in Consiglio comunale», è l'affondo del capogruppo regionale azzurro Cesaro.
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È evidente che le suppletive saranno un primo test politico in vista delle elezioni regionali di primavera. Il variegato mondo del centrosinistra, ricompattato dal profilo giusto, ha un nemico comune: il leader della Lega Matteo Salvini. E su questo incentrerà la campagna elettorale a Napoli, dal Vomero a San Giovanni a Teduccio. Questa coalizione reggerà l'urto oppure, senza la riproposizione in chiave locale dell'alleanza con i Cinquestelle, non sarà competitiva con il centrodestra? Determinante, quindi, la posizione di M5S disponibile al dialogo con il Pd a condizione che venga messo da parte il governatore uscente Vincenzo De Luca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino