Le suppletive per un seggio al Senato - in sostituzione del compianto Franco Ortolani del M5S, ieri ricordato a Palazzo Madama - sono alle porte, si vota il 23 febbraio e nello...
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Si tratta di ipotesi possibili perché previste dal regolamento interno al M5S in base al quale anche i consiglieri regionali in scadenza nell'anno del voto per le regionali possono correre in altre elezioni, ma non più per le stesse regionali. In questo contesto l'impasse tra Pd e M5S è costituita dalla pregiudiziale di Luigi Di Maio sull'uscente governatore Vincenzo De Luca, e dal no dei democratici a Valeria Ciarambino, che cinque anni fa sfidò De Luca ma venne sconfitta. Cosa significa? In buona sostanza nel Pd nessuno più fa mistero del fatto che De Luca è una risorsa, ma ce ne potrebbero essere anche altre. Se dai pentastellati arrivasse lo stesso messaggio - e infatti c'è qualcuno che sta immaginando di candidare la Ciarambino alle suppletive - allora trovare un'intesa per un candidato unitario sarebbe meno difficile. Detto questo, la Ciarambino non ci pensa proprio alle suppletive, anzi. Fantapolitica? Probabilmente sì ma, regolamento alla mano, quello del M5S, l'ipotesi della consigliera regionale candidata al Senato è possibile. Così come quella della sua collega Maria Muscarà. E fino a oggi a mezzogiorno tutto può accadere. Se questo è uno scenario va detto che tre nomi certi tra i Cinquestelle hanno proposto la loro candidatura alle suppletive: Mariano Peluso, di area Fico fondatore del Movimento a Napoli, Peluso ultimamente però è un po' in freddo con lo stesso Fico, poi Luigi Napoletano e Luigi Grosso dimaiani, ma non ortodossi. Viste le spaccature interne si è sfilato all'ultimo momento un altro fondatore del Movimento a Napoli, il fichiano al cento per cento Maurizio Bertolotto, storico dirigente della Provincia e poi della Città metropolitana.
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Il segretario provinciale del Pd Marco Sarracino osserva il valzer pentastellato e ammonisce: «Abbiamo tutti la consapevolezza dell'importanza di queste elezioni suppletive, per questo si è ragionato in maniera unitaria innanzitutto delle possibili alleanze. Rispettiamo le dinamiche interne al M5S, non saremo sicuramente noi a non far maturare possibili alleanze, ma il tempo non è infinito e le recenti dichiarazioni dei pentastellati vanno in una direzione di isolamento esclusivamente per garantire alcune rendite personali. Noi vogliamo profili alti». Proprio il Pd aveva pensato nelle scorse ore a schierare il giornalista sotto scorta Sandro Ruotolo, che però ha declinato l'invito. Il riferimento è proprio alla Ciarambino. E da sinistra, il segretario di Articolo 1 Francesco Dinacci sembra essere sulla stessa frequenza: «È giusto verificare fino alle ultime ore la possibilità di esprimere una candidatura unitaria esplorando ogni percorso possibile concordato con il M5S». In quell'area si muovono anche gli arancioni del sindaco Luigi de Magistris. L'ex pm ha fatto partire il casting e Anna Riccardi - della «Fondazione famiglia di Maria» di Barra - dove l'anno scorso si è recato il Presidente Sergio Mattarella dopo un omicidio di camorra davanti a una scuola, è un profilo che piace. Lo stesso Fico la prima uscita pubblica napoletana da presidente della Camera l'ha fatta in quell'istituto della periferia orientale di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino