Emergenza barelle, Regione in campo: svolta avviata, ma serve tempo

Sulla risoluzione dell'emergenza barelle ci ha messo la faccia. E non intende retrocedere di un millimetro. De Luca lo ha ripetuto l'altro ieri ai consiglieri regionali di...

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Sulla risoluzione dell'emergenza barelle ci ha messo la faccia. E non intende retrocedere di un millimetro. De Luca lo ha ripetuto l'altro ieri ai consiglieri regionali di maggioranza nella riunione convocata per fare il punto delle attività dopo la pausa estiva: al Cardarelli, è il ragionamento del governatore, sono stati compiuti passi da gigante ma è chiaro che per arrivare ad un quadro pienamente efficiente, senza più criticità, serviranno i tempi necessari. Lo dimostrano le immagini che pubblichiamo oggi, dalle quali emergono momenti di sofferenza sia al pronto soccorso che nella medicina d'urgenza.


Ci sarà ancora da lavorare, insomma. Innanzitutto sul fronte della riorganizzazione dell'offerta sanitaria: oggi il Cardarelli viene preso d'assalto anche perché in altre aree della città e della provincia non esistono nosocomi in grado di svolgere le stesse prestazioni, o perché alcuni punti del territorio sono pericolosamente sguarniti. E poi c'è il problema dei Policlinici universitari (Federico II e Sun) che, salvo qualche rara eccezione, restano fuori dalla rete dell'emergenza-urgenza. Per non parlare della rete territoriale, che stenta a decollare e che necessita di un pieno coinvolgimento dei medici di famiglia. Su questo versante appare fondamentale il nuovo piano ospedaliero che, nelle intenzioni di De Luca e della struttura commissariale, dovrà fornire un impulso decisivo alla nascita della rete territoriale, migliorare la qualità dell'assistenza e affidare ai Policlinici un ruolo non più solo didattico. In questo senso un tassello importante è rappresentato dall'apertura dell'Ospedale del Mare, che dovrebbe farsi carico delle emergenze da tutta l'area orientale di Napoli e dal Vesuviano: ma anche qui non mancano le difficoltà perché non si riescono a reperire i profili professionali indispensabili per stilare la pianta organica. A questi problemi se ne aggiungono altri, che riguardano direttamente la macchina regionale: «Avevamo un solo dipendente con competenza sugli accreditamenti e nessuno incaricato di effettuare i controlli - chiarisce De Luca ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli - Questo è l'unico ente d'Italia dove il presidente della giunta ha dovuto trasferire d'ufficio 200 dipendenti: la sanità rappresenta il 70-80 per cento del bilancio regionale ma i dipendenti del comparto erano appena 200 contro i 1200 che si occupano di formazione professionale e gli 800 distaccati al settore agricoltura. Abbiamo così dovuto avviare un interpello per tentare di riequilibrare la macchina amministrativa ma nessuno voleva essere trasferito. Ho dovuto assumere una decisione d'autorità».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino