«Il bimbo ha mal di testa? Può mangiare il cioccolato»

«Il bimbo ha mal di testa? Può mangiare il cioccolato»
Un bimbo su dieci soffre di emicrania. Anche per effetto della dieta. Non c'è, però, una lista di «cibi vietati» valida per...

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Un bimbo su dieci soffre di emicrania. Anche per effetto della dieta. Non c'è, però, una lista di «cibi vietati» valida per tutti. «Solo la verifica del rapporto fra l’assunzione di un dato alimento e la comparsa del mal di testa in ciascun paziente può indurre il sospetto», avvertono i ricercatori del Bambino Gesù che hanno analizzato la letteratura scientifica in materia e pubblicato i risultati su "Nutrients", sfatando false credenze e riempiendo di nuovo il paniere di leccornie.  

Più spesso vengono infatti messi sotto accusa il cioccolato, il glutammato di sodio, i nitriti (negli insaccati), i dolcificanti artificiali e tutti quegli alimenti che contengono il glutine.  Eppure, non è mai stato dimostrato, chiariscono gli esperti, che il cioccolato possa scatenare reazioni. Anzi, hanno avuto esito negativo gli studi effettuati somministrando creme e barrette proprio con l'obiettivo di provocare un attacco. Lo stesso vale per il glutammato di sodio usato nella cucina orientale: difatti, si parla spesso di "sindrome del ristorante cinese", ma non ci sono evidenze. Di piu. In alcuni studi, il glutammato è stato somministrato insieme con il cibo ad alcuni bimbi e non ad altri senza rilevare differenze. «Per i dolcificanti, invece, sostanzialmente non esistono dati»: né di conferma né di smentita.

Non è così per la caffeina e l'alcol (quest’ultimo, ovviamente, per gli adulti). In particolare, per la caffeina, l'eccessivo consumo, ma anche la rapida sospensione, può portare il mal di testa. Secondo la documentazione disponibile, «fino a circa un terzo dei soggetti intervistati ha dato risposta positiva. E, nel caso dei ragazzi, bisogna soprattutto considerare che è presente in alcune bevande gassate». Massimiliano Valeriani, responsabile di Degenza neurologica che ha coordinato la ricerca, rimarca che per ogni prodotto a tavola bisogna «chiedere alla famiglia di verificare in un breve intervallo di tempo. Inoltre, spesso i bambini vengono sottoposti a esami per allergie e intolleranze per alimenti come pomodoro, semi (nocciole, arachidi), lattosio, nichel, glutine che però non hanno nulla a che vedere con l’emicrania». 

Incide, invece, l'obesità. In un precedente studio condotto dai neurologi dello stesso ospedale è stato dimostrato che un’elevata frequenza di attacchi (più di 5 al mese) interessa circa il 65% dei bambini in sovrappeso contro il 35% normopeso. 

E gli integratori alimentari di origine naturale come il magnesio o il partenio? «Sono molto usati per la terapia dell'emicrania pediatrica. Non ci sono evidenze scientifiche certe che queste sostanze possano essere utili, ma sicuramente non hanno effetti collaterali. Poiché esistono degli studi (però, su numeri abbastanza piccoli di pazienti) che ne suggeriscono la possibile efficacia», il consiglio è valutare comunque con attenzione l’eventuale impiego dei nutraceutici nei bambini più piccoli o quando si temono interferenze con altri medicinali. 

 

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Il Mattino