Ente Idrico Campano, intervista a Luca Mascolo: «La metà dell'acqua si disperde, pronto un grande piano per le reti»

Ente Idrico Campano, intervista a Luca Mascolo: «La metà dell'acqua si disperde, pronto un grande piano per le reti»
Ricca di risorse, povera di impianti. La Campania vista con gli occhi del presidente dell'Ente Idrico Campano, Luca Mascolo, è croce e delizia. D'altronde le...

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Ricca di risorse, povera di impianti. La Campania vista con gli occhi del presidente dell'Ente Idrico Campano, Luca Mascolo, è croce e delizia. D'altronde le immagini del Po in secca nonostante le piogge fa pensare a un'estate di siccità per i campi e la popolazione.

Crede che lo scenario possa ripetersi in Campania?
«Direi che si tratta di una prospettiva assai lontana. Le previsioni per questa estate non destano grandi preoccupazioni. Al Sud ha piovuto tanto, i nostri bacini sono pieni».

Nessuna zona rischia limitazioni?
«Le aree con maggiori difficoltà restano quelle del Distretto Calore Irpino, che abbraccia le province di Avellino e Benevento dove la conformazione del territorio espone a maggiori rischi».

Eppure la neve di quelle montagne porta tanta acqua a valle.
«Si ma gli impianti troppo vecchi e la conformazione del territorio portano anche a disperderne tanta. In Campania il 50% della risorsa idrica viene sprecata».

Una percentuale altissima, da cosa dipende?
«Se si pensa che gli ultimi interventi di manutenzione risalgono alla Cassa del Mezzogiorno, non è difficile comprendere che l'obsolescenza di reti e infrastrutture è la principale causa. L'Ente Idrico è nato solo nel 2015, io ne sono presidente del 2017 e nel dicembre 2021 abbiamo approvato il Piano d'Ambito Regionale che contiene una ricognizione puntuale sullo stato di reti e infrastrutture idriche di tutti i comuni della Campania individuando il fabbisogno finanziario necessario: servono 12 miliardi di euro da investire nei prossimi 30 anni per restituire alla Campania un servizio efficiente, moderno, economico e sostenibile dal punto di vista ambientale».

E intanto sulle perdite degli impianti come si interviene?
«Da questo punto di vista i fondi del PNRR rappresentano un'occasione unica. Abbiamo programmato un'ampia gamma di interventi su gran parte del territorio della Campania necessari a ridurre le perdite. Oltre alla diga di Campolattaro, un'opera strategica per raggiungere la piena autonomia idrica, finanziata con oltre 500 milioni di euro, di recente sono arrivate altre risorse ad alcuni dei principali gestori del servizio idrico della Campania per aumentare l'efficacia del servizio anche attraverso processi di digitalizzazione e di controllo da remoto».

Nel 2017 ci fu una pesante crisi idrica nazionale ma anche campana. Visto che la rete è pressappoco la stessa come facciamo a dire che quei giorni sono lontani?
«Al momento lo sono perchè quest'anno ha piovuto tantissimo. Nel 2017 non nevicò e da Natale in poi non ci furono piogge».

Sono le conseguenze del surriscaldamento del globo?
«Gli effetti del climate change purtroppo si fanno sentire anche in Italia e la risorsa idrica ne è la principale vittima. Oggi, secondo le Nazioni Unite, circa 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile».

Ma l'acqua dei rubinetti è potabile ovunque nella nostre regione?
«I dati che abbiamo a disposizione confermano che la risorsa che sgorga dai nostri rubinetti è, in generale, di ottima qualità, preferibile anche a quella in bottiglia. Ove necessario, comunque, i cittadini, spendendo cifre molto basse, possono usufruire del bonus idrico, un contributo statale o regionale che supera il 50% dell'importo investito, e installare nei rubinetti di casa servizi per decalcarizzare l'acqua».

Riuscirete a mantenere le tariffe stabili?
«In alcune zone ci sono stati piccoli aumenti, in altre siamo riusciti a contenerle non senza difficoltà. In ogni caso le tariffe saranno oggetto di revisione a breve. Speriamo di riuscire a fare di più anche se la crisi determinata dalla guerra, con il conseguente aumento dei costi energetici, rende le cose più difficili».

Come riesce a incidere l'Ente Idrico nella bonifica del Sarno?
«Si tratta della nostra sfida più grande. Grazie alla sinergia con Regione e gestore del Distretto Sarnese Vesuviano GORI, abbiamo redatto un massiccio piano di interventi che ci consentirà di collettare tutti gli scarichi abusivi del fiume Sarno e di convogliarli direttamente agli impianti di depurazione. Inoltre intendiamo completare le reti fognarie nei comuni dove non erano mai state fatte, e terminare alcune delle opere previste nel piano del commissario Jucci».

Sono oltre 20 anni che si parla di bonifica del Sarno..


«Abbiamo una data termine: il 2025. Tutto quanto è stato messo in opera è visibile sul sito energieperilsarno.it . On line è possibile seguire l'avanzamento degli interventi, ci sono cartine interattive e la specifica dei fondi che arrivano in parte dalla Regione in parte dal ministero dell'Ambiente. In totale parliamo di 250 milioni di euro che spendiamo in maniera trasparente. Su ogni intervento in atto si può leggere cosa stiamo facendo e a che punto sono i lavori. Ci crediamo fortemente»  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino