La prima volta può essere un caso. La seconda volta proprio no. E, quindi, è inutile girarci attorno: il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola sta mettendo...
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A inizio luglio certo c'era l'invito alla conferenza programmatica del Pd ma Amendola, ex segretario regionale del partito, stupisce tutti perché si presenta il giorno prima del suo intervento programmato. Prima visita la Teatek, azienda che si occupa di sistemi di controllo di fonti rinnovabili che occupa quasi un migliaio di persone ed ha sedi in 4 continenti e poi a palazzo Reale per incontrare Ruggero Cappuccio, direttore del Napoli teatro Festival e museo Madre con la presidente della Fondazione Laura Valente e la direttrice Kathryn Weir. In mezzo l'intervento alla due giorni del Pd in cui parla della nuova centralità di Napoli: «Fare leva sulle imprese, che ci sono e resistono, e guardano al futuro e ai musei e ai poli culturali come centri di trasformazione della città». E, ancora, «via quella raffinerie per farne un polo green» che è stato sempre il sogno di tutti i primi cittadini napoletani.
E se un tour a Napoli una volta può essere un caso, ecco il secondo in cui Amendola non cambia canovaccio: sempre tra cultura e imprese. Tre giorni fa al San Carlo, sempre con Cappuccio, dove incontra il governatore De Luca e si fermano a chiacchierare. E due mattine fa con il vice presidente nazionale di Confindustria Vito Grassi, fa visita a due aziende: la Kiton e la Seda, leader mondiale nel packaging biodegradabile, guidata dall'ex presidente di Confincustria Antonio D'Amato. E poi al Mann con il direttore Paolo Giulierini che gli illustra i due progetti realizzati grazie all'utilizzo dei fondi Ue e alle Catacombe di San Gennaro con don Antonio Loffredo.
Facile immaginare che le due sortite, non spiegabili certo con la vicinanza del governo alla città, non si fermano qui. Anzi, pausa agostana a parte (ma nemmeno tanto), il ministro per gli Affari Europei sarà spesso a Napoli impegnato a visitare diverse realtà. Per ora senza fissare incontri politici ma solo cercando di calarsi meglio in una realtà che non ha mai lasciato. A Napoli, infatti, mantiene casa ma il progetto è un altro: iniziare, già prima delle regionali, a lanciare la corsa per la successione a de Magistris. A Roma, al partito, i tour napoletani di Amendola, nonostante la sua fitta agenda da ministro, non sono passati certo inosservati. Ma d'altronde il Nazareno vuole assolutamente, dopo dieci anni, riprendersi San Giacomo. Che, politicamente parlando, può pesare più di un ministero. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino