Due condanne all'ergastolo, due condanne a 15 anni e anche l' assoluzione di colui che era ritenuto il cosiddetto «specchiettista»: è quanto ha deciso...
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A compiere il raid furono, secondo le risultanze investigative, killer dei clan alleati Lo Russo e Birra. Nello stesso contesto si inquadrano altri due omicidi, con altrettante vittime, sui quali i giudici si sono pronunciati. Si tratta di quello di Giuliano Cioffi (cognato del boss Raffaele Ascione dell'omonimo clan). Per questo omicidio era stato accusato, iniziamente in qualità di esecutore materale Pasquale Genovese (difeso dall'avvocato Gaetano Napolitano), nipote del boss Costantino Iacomino, che invece è stato assolto. In sede di Riesame emerse che Genovese, quando Cioffi veniva ucciso (l'8 settembre del 2001) era detenuto nel carcere di Pescara. Era stato infatti arrestato due giorni prima dopo un periodo di latitanza.
Nel corso del dibattimento è emersa l'inattendibilità dei collaboratori di giustizia anche riguardo le ipotesi accusatore che indicavano Genovese come l'armiere e l'organizzatore del raid. Il pm, infatti, ne aveva chiesto l'assoluzione. La Corte di Assise, infine, si è anche pronunciata sull'omicidio di Giuseppe Borrelli (affilato al clan Ascione) assassinato il 30 agosto del 1997, per il quale è stato dichiarato colpevole Franco Sannino. Altre persone ritenuti elementi di scpicco della camorra di Ercolano e di Miano sono stati già condannati con il rito abbreviato, nel 2016. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino