Ercolano ricorda Salvatore Barbaro, vittima innocente della faida tra clan

Ercolano ricorda Salvatore Barbaro, vittima innocente della faida tra clan
La città dì Ercolano questa mattina ha reso omaggio alla memoria di  Salvatore Barbaro vittima innocente della faida ercolanese. Il ragazzo 13 novembre...

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La città dì Ercolano questa mattina ha reso omaggio alla memoria di  Salvatore Barbaro vittima innocente della faida ercolanese. Il ragazzo 13 novembre 2009 fu barbaramente assassinato a Via Mare ad Ercolano , coinvolto suo malgrado in una faida di cui non sapeva nulla ,  scambiato per un affiliato del clan Birra-Iacomino, con cui il giovane aveva solo una cosa in comune ovvero l’automobile una Suzuki Swift di colore grigio.  Durante la cerimonia in ricordo del giovane l’amministrazione comunale ha deposto una corona d’alloro sul luogo in cui dodici anni fa è avvenuto  l’omicidio. Alla cerimonia organizzata ogni anno dall’amministrazione comunale  hanno preso parte i familiari di Salvatore e le massime autorità politiche, civili e militari, oltre agli esponenti dell’associazione antiracket. 

Il Presidente dell’associazione “Ercolano per la legalità” Pasquale del Prete ricordando tutte le vittime innocenti ha voluto ricordare, Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella  i due ragazzi di Portici ammazzati  ad Ercolano, perché scambiati per ladri da Vincenzo Palumbo. Uccisi da undici colpi di pistola esplosi dal camionista di via Marsiglia ossessionato dall’incubo di essere derubato. «Non dimentichiamo Salvatore - ha detto il sindaco Ciro Buonajuto - oggi abbiamo ricordato il giovane insieme alla famiglia, ai vertici delle forze dell'ordine e del mondo dell'associazionismo perché la camorra si sconfigge con gli arresti e le condanne, ma anche con la consapevolezza di vivere in un territorio che ha grandi opportunità. Voglio considerare il sacrificio di Salvatore come uno spartiacque tra un passato che non ritornerà più e un futuro che noi affidiamo alla cultura, alla bellezza, al turismo e alla serenità che questa città sa donarci».

 

 

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Il Mattino