Faida di Ercolano. Il pentito: «Se non avessimo sparato e ucciso qualcuno, ci avrebbero presi per scemi»

Faida di Ercolano. Il pentito: «Se non avessimo sparato e ucciso qualcuno, ci avrebbero presi per scemi»
Ercolano. L’obiettivo del raid era sempre lo stesso: Antonio Uliano, detto “il morto”, eppure capace di sopravvivere a due agguati nello stesso mese. Quei colpi che in un...

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Ercolano. L’obiettivo del raid era sempre lo stesso: Antonio Uliano, detto “il morto”, eppure capace di sopravvivere a due agguati nello stesso mese. Quei colpi che in un caso lo mancarono del tutto e in un altro lo centrarono alla schiena, presero tre giovani che con i clan di Ercolano non avevano alcun legame.




Innocenti, tutti e tre: uno restò in coma per un mese, l’altro se la cavò con una ferita ad un ginocchio e un terzo ha subito un’invalidità irreversibile perché un proiettile lo centrò alla testa.



Per quegli episodi questa notte sei persone sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco, su ordine della Dda di Napoli.



Sconcertanti i retroscena: «Quando Uliano scappò, decidemmo di far fuoco lo stesso perché se non avessimo ucciso nessuno ci avrebbero presi per scemi», la frase del pentito.Tra le persone finite in manette c'è Natale Suarino, scovato la scorsa notte in una supervilla ad Ercolano.



Per la prima volta lo si accusa di essere stato, al pari di Giovannino Birra e di Stefano Zeno, un boss della malavita di Resina. Tra gli arrestati c’è, infine, anche una donna. Si tratta di Anna De Luca: guidava l’auto con la quale i killer scapparono da Ercolano dopo il secondo agguato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino