Per raccontare il «sistema», questa volta, conviene partire dalla base. Dai vigili urbani in servizio sull’isola di Procida, divisi tra buoni e cattivi, o come...
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Il colonnello, sostiene la Procura, aveva come principale bacino di intervento le demolizioni di strutture abusive. Le procedure esecutive, o «R.e.s.a.», erano disposte dalla Procura generale e affidate alle cure dei vigili urbani. Ma a volte si creavano intoppi che impedivano di buttar giù le opere fuorilegge (vedi problemi statici degli edifici vicini), in altri casi l’abbattimento veniva certificato ma non portato a termine. Documenti portati alla firma dell’allora sindaco Vincenzo Capezzuto, estraneo all’imbroglio, e con maestria: le cose venivano sistemate in modo tale che, se il trucco fosse stato scoperto, la responsabilità sarebbe ricaduta sul primo cittadino. Basta leggere un passaggio di una conversazione tra Trotta e Costagliola, a proposito dei passaggi da mettere a verbale: «L’abbattimento non è stato possibile per cause tecniche»; «E il sindaco?»; «Ce lo porti a firmare. Cause tecniche atte a scongiurare...come possiamo dire?» «Di stabilizzazione di questo fabbricato?»; «Problematiche statiche per le strutture circostanti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino