Boscotrecase, il giudice rimette in libertà l'assenteista con la scatola sulla testa

Boscotrecase, il giudice rimette in libertà l'assenteista con la scatola sulla testa
BOSCOTRECASE - In tre possono far rientro in ufficio, gli altri restano sospesi ma tornano in libertà. Revocati gli arresti domiciliari anche al dipendente comunale di...

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BOSCOTRECASE - In tre possono far rientro in ufficio, gli altri restano sospesi ma tornano in libertà. Revocati gli arresti domiciliari anche al dipendente comunale di Boscotrecase che aveva indossato una scatola di cartone in testa per non farsi identificare dalla telecamera dei carabinieri.


Dopo gli interrogatori e le successive istanze presentate dai difensori, il gip Giovanni de Angelis del tribunale di Torre Annunziata ha ridotto le misure cautelari nei confronti dei 23 dipendenti comunali indagati per assenteismo.

Possono tornare in servizio quelli con le posizioni meno rilevanti, gli unici ad ottenere la revoca della misura: si tratta della comandante dei vigili urbani, Maria Clotilde Liotto, nonché di Carla Avino e Salvatore Izzo (entrambi difesi dall'avvocato Michele Riggi), quest'ultimo responsabile dell'ufficio Ragioneria, essenziale per il primo bilancio del neosindaco Carotenuto. 

Scarcerati, ma sospesi per 12 mesi, Ciro Iannucci, Antonio Noto, Teresa Carotenuto e Michele Borrelli, quello della scatola. Rimarranno lontani dal loro ufficio per 6 e 3 mesi tutti gli altri. Il collegio difensivo - composto tra gli altri dagli avvocati Ferdinando Striano, Elio D'Aquino e Gennaro De Gennaro - si rivolgerà al Riesame per provare ad ottenere l'annullamento totale dell'ordinanza. 

L'inchiesta contro i fannulloni di Boscotrecase, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, era stata condotta dai carabinieri della stazione di Trecase e della compagnia oplontina, grazie ad una telecamera posizionata sul marcatempo. I successivi appostamenti in esterna hanno permesso agli inquirenti di riscontrare che alcuni dipendenti, dopo aver strisciato il badge, non erano presenti in ufficio ma andavano in giro a sbrigare affari personali durante l'orario di lavoro.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino