Farmaci innovativi, più tollerabili, che allungano l’aspettativa di vita e che possono mandare in panchina la chemioterapia nella cura del tumore polmonare....
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“Il fumo rimane il più importante rischio per il tumore al polmone, anche se c’è un aumento dell’incidenza della malattia nei non-fumatori. E la percentuale più alta dei tumori polmonari di nuova diagnosi è rappresentata da malattie metastatiche o localmente avanzate, e quindi suscettibili di sola terapia contenitiva, di tipo combinato, per esempio radioterapia e chemioterapia o nella stragrande maggioranza di sola terapia farmacologica” spiega Danilo Rocco (nella foto), oncologo polmonare all’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli. Uno dei medici a livello nazionale che più hanno puntato sull’immunoterapia ma che ha lavorato anche alla sperimentazione di farmaci molecolari. Insomma, per gli ammalati di tumore al polmone ci sono ricette alternative alla chemioterapia, che presentano meno effetti indesiderati nel corso dei trattamenti. Per un quadro che era impensabile almeno sino a qualche anno fa.
“La ricerca molecolare, rappresenta un ulteriore grande passo avanti nella lotta al tumore al polmone e consente una lunga sopravvivenza e alta qualità di vita – spiega ancora Danilo Rocco -, è questa la strada perché permetterà di caratterizzare la patologia nei pazienti, dal punto di vista molecolare, garantendo tollerabilità ed efficacia”. E così l’immunoterapia, che pure consente un minor ricorso alla chemioterapia. Un cambio di marcia avvenuto con la scoperta di molecole in grado di bloccare gli immuno-check point, “ovvero dei meccanismi di controllo messi in atto dal tumore per eludere la risposta immunitaria – aggiunge Danilo Rocco -, alcuni tumori infatti riescono a sottrarsi alle risposte immunitarie dell’organismo.
E i nuovi farmaci immuno-oncologici agiscono andando a bloccare i check-point immunitari e rendendo le cellule tumorali riconoscibili e attaccabili da parte delle difese immunitarie dell’organismo”.
Il Mattino