Via libera alle aperture anche domenica e lunedì, lavoro solo su appuntamenti, postazioni separate di almeno due metri, mascherine e visiere obbligatorie per gli operatori...
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«Dobbiamo garantire la sicurezza dei clienti e dei nostri dipendenti - spiega Giuseppe Cerella, del Chd Salon a pochi passi da piazza Matteotti - Il problema principale in questo momento riguarda l'approvvigionamento di molti materiali che mancano sul mercato o che si trovano a prezzi triplicati. Per esempio i camici monouso, prima li pagavamo 35 centesimi l'uno, oggi costano un euro. Lo stesso vale per i guanti monouso, un pacco prima ci costava tre euro, oggi lo paghiamo dieci euro. Un peso economico importante nella gestione di un salone». Chd salon può contare su quindici dipendenti: «Prima potevamo avere anche venti clienti in salone, lavorando comunque su appuntamento, adesso non sarà più possibile. Al momento stiamo lavorando in pre-booking facendo consulenza alle nostre clienti, spiegando nei dettagli i comportamenti da adottare». Nel documento licenziato dall'Inail e dall'Iss è infatti previsto che in fase di prenotazione, il gestore dovrà provvedere ad informare il cliente circa la necessità di osservare le misure di igiene personale (per esempio lavaggio della barba) prima di recarsi al locale per il trattamento.
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Gli operatori del settore che lavorano da soli sono sicuramente i più colpiti. Alessandro Lo Monaco, titolare del salone da uomo Zio Frank, a Bagnoli, evidenzia: «Le linee guida a mio avviso non sono difficilissime da applicare, ma rischiano di mettere in ginocchio l'attività. Con queste limitazioni e il tempo che trascorrerà tra un taglio e un altro, tra sterilizzazioni varie e accoglienza del cliente con tutti i dispositivi, si arriverà a perdere più della metà del lavoro, o comunque a rallentarlo molto. In tutto ciò la politica se ne lava le mani, decidono di aprirci perché non possono più sostenerci, mentre i 2 mila euro della Regione ancora non sono arrivati. Il prezzi non mi sento di alzarli perché la gente è stata vittima di una sciagura psicologica e anche monetaria. Le persone che hanno invece dipendenti saranno costretti a lasciarli a casa». Inoltre si cercherà di agevolare il pagamento con carte di credito, prepagate e bancomat, per evitare contanti: «Ma chi mi pagherà con carta 15 euro di uno shampoo e taglio? rimarca Lo Monaco - Secondo me questa cosa è forse l'unica davvero inapplicabile, per molti barbieri». Salvatore Ventre di Unique parrucchieri è sulla stessa lunghezza d'onda del collega di Bagnoli: «Il budget da spendere per una piccola attività è molto elevato. Se prima riuscivo a farne dieci oggi riuscirò a farne quattro».
Susy Parlato, direttore tecnico de «Alla Violetta beauty», di via Bernini 27 al Vomero, ammette: «I tempi saranno molto dilatati perché sarà necessario compiere una serie di attività di ripristino tra un appuntamento e l'altro. Prima veniva effettuata una pulizia sostituendo gli oggetti monouso, adesso bisognerà sanificare tutte le superfici. Sicuramente questo - incalza Parlato - porterà ad una contrazione del lavoro. Il rapporto sarà di un dipendente e un cliente e per i trattamenti con utilizzo di vapore sarà necessaria la mascherina Ffp2». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino