Sbloccare subito le opere pubbliche per consentire alle imprese edili di riprendere le attività e rimettere in moto anche l'indotto. È quanto chiede l'Atc...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In sofferenza sarebbero soprattutto le aziende medio-piccole «che rischiano di non sopportare nuovi colpi». Secondo una stima di Atc in Campania sono 66mila tra le piccole, medie e grandi imprese, tecnici e quelle dell'indotto (come rivendite di materiali, meccanici di attrezzature da cantiere e così via) che ormai che vanno avanti a rilento. Diverse aziende hanno dovuto mettere in Cassa integrazione i loro dipendenti e gli incassi registrati alla riapertura non sarebbero stati sufficienti a pagare stipendi ed oneri sociali. Senza dire, fanno notare gli edili, che alla riapertura si è dovuto sostenere spesi ingenti per adeguarsi alle nuove prescrizioni. «Abbiamo già patito il fermo di circa due mesi per l'emergenza Covid - aggiunge - ora nella migliore delle ipotesi potremmo attendere altri tre mesi prima che la committenza privata riprenda a spendere ma le casse di tante imprese sono già vuote». Da qui l'appello lanciato al mondo della politica per dare un nuovo impulso all'edilizia pubblica. «I sindaci hanno avuto in tal proposito - conclude Ricciardi - nuovi poteri. Ora chiediamo solo di fare presto nel mettere a gara tutte le opere pubbliche appaltabili. Fra ripartire l'edilizia significa rimettere in moto l'economia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino