«Il calo dei contagi in Campania è sostanzialmente dovuto al distanziamento sociale applicato con rigore. Questa misura, unita a una maggiore attenzione alle regole...
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In base ai numeri sul calo di contagi, parrucchieri ed estetiste potrebbero riprendere a lavorare prima di giugno?
«Un tecnico può dare un parere, ma la decisione spetta agli enti governativi».
Tecnicamente, è possibile?
«È presto per dirlo».
Perché?
«Occorre valutare l'andamento dei contagi nelle settimane successive alla ripresa dell'attività».
Il 4 maggio, test decisivo.
«Serve senso di responsabilità e rigore e, per capire se sono diffusi, si profila una riapertura graduale: dare il via libera a tutti contemporaneamente, potrebbe portare a conseguenze importanti».
Qual è la soglia di sicurezza?
«Va detto che non si avranno mai contagio zero fin quando non sarà disponibile un vaccino, ma numeri contenuti, rispettando le regole».
Può indicare questi numeri, usando il parametro R con zero che dà la misura della capacità del virus di diffondersi?
«Tra 0,5 e 0.7, e sempre inferiori a un contagiato per ogni positivo al tampone: in questo caso vuol dire che sta andando tutto bene».
Mantenendo i valori di adesso, dunque, sarebbe possibile riaprire in anticipo?
«Se si rispetta il rapporto un parrucchiere per cliente, entrambi portano le mascherine e si ottempera a tutte le altre precauzioni».
Quanto tempo occorre per capire se si è all'altezza della situazione?
«Due, meglio tre settimane. Meglio essere cauti, considerando che l'incubazione del virus dura in media dai 5 ai sette giorni».
Ciò significa che dal 13 maggio il quadro dovrebbe essere più chiaro.
«Sì, ma l'ideale è aspettare due cicli di incubazione del virus che pressoché coincidono con i tempi indicati dal governo».
Che ne pensa dei provvedimenti adottati in Basilicata e Calabria?
«Sono stati dettati dalle singole realtà epidemiche, ogni regione conosce bene il suo territorio e i numeri relativi. Ma tutto ciò va anche rapportato allo scenario nazionale, perché non si possono escludere contatti con l'esterno».
Ritiene dunque sia un azzardo accelerare?
«Non lo è, ma serve più rigore. Le regole nazionali vanno rispettate, pur senza rinunciare al dialogo tra governo e regioni. Ogni ente non può fare da sé».
La Campania deve temere i rientri dal Nord?
«Possono dare problemi, ma si è riusciti a fronteggiare bene quelli del 9 marzo, Anche in questo caso è fondamentale il senso di responsabilità da parte dei singoli cittadini: mettersi in auto-quarantena, evitare di uscire».
Altre riaperture in vista nella regione? Ambulatori, studi medici, sale operatorie per interventi di elezione, per fine mese dovrebbero tornare a regime, anche perché non ci si ammala solo di coronavirus.
«Spetta alle istituzioni dare indicazioni in merito».
Come si possono spegnere eventuali nuovi focolai?
«Isolandoli, come fatto nelle scorse settimane e attuando tutte le misure di sorveglianza sanitaria».
Come immagina la prossima estate?
«Ritengo che sarà possibile andare al mare, ma evitando il sovraffollamento delle strutture ricettive e di balneazione. In base ai dati attuali sul contagio in tutta Italia, ci potrebbe essere , però, solo una mobilità interna per regioni».
Ma tutto il Sud ha un numero di casi limitato.
«Sarebbe difficile fare distinguo tra maxi-aree».
Quando ritiene si potrà considerare superata l'emergenza?
«La prossima primavera, quando saranno probabilmente iniziate le campagne vaccinali». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino