Fca Pomigliano, allarme Cgil-Fiom: «A rischio produzione, occupazione e salario»

La conferenza stampa congiunta della Fiom e della Cgil a Pomilgiano
Pomigliano. Timori sul futuro prossimo della FCA di Pomigliano e su tutto il comparto automobilistico regionale e nazionale sono stati espressi stamane durante la conferenza...

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Pomigliano. Timori sul futuro prossimo della FCA di Pomigliano e su tutto il comparto automobilistico regionale e nazionale sono stati espressi stamane durante la conferenza stampa organizzata dalla Fiom e dalla Cgil di Napoli nella sede della Cgil di  Pomigliano dopo le assemblee operaie tenute negli stabilimenti automobilistici di Pomigliano e di Nola. A questo proposito il segretario della Cgil di Napoli, Walter Schiavella, ha annunciato che per il suo sindacato l'autunno delle vertenze «dovrà partire proprio dalla FCA di Pomigliano, che è la fabbrica più importante della Campania per tanti motivi». «Negli ultimi dieci anni - ha aggiunto Schiavella - l'area metropolitana di Napoli ha perso un terzo del suo settore manifatturiero».


Rosario Rappa e Francesco Percuoco, rispettivamente segretario generale e segretario provinciale della Fiom di Napoli, hanno poi lanciato l'allarme sulla fine degli ammortizzatori sociali per i 4500 addetti di  Pomigliano e Nola. «La cassa integrazione scadrà tra un anno ma finora non sono arrivati gli investimenti promessi» hanno dichiarato i due dirigenti sindacali. Michele De Palma, della segreteria nazionale Fiom, ha quindi puntato sulla necessità di avviare nei confronti di FCA una rivendicazione sindacale con più obiettivi: «Migliorare il salario, che con il contratto in scadenza a dicembre è peggiorato, dare finalmente la parola ai lavoratori, ripristinare corrette relazioni sindacali con il ritorno al tavolo unico di trattativa e contestualemente coinvolgere le istituzioni sia sul fronte delle prospettive industriali che di quelle contrattuali».

In questa chiave è stata unanime la richiesta al governo Conte puntata al rientro della Fiom nella trattativa con FCA. Secondo i quattro dirigenti sindacali infatti «per ripristinare in Fiat le condizioni di una giusta democrazia partecipativa rispettosa dei ruoli di ciascuno è assolutamente necessario che governo e parlamento facciano al più presto una legge basata sul testo unico per la rappresentanza sindacale». «A ottobre - ha concluso De Palma - ci sarà presso il ministero del Lavoro l'incontro di verifica sull'accordo per la cassa integrazione a Pomigliano e Nola. Confidiamo sul fatto che in quella sede ci sia anche il governo». 


La produzione della Panda a Pomigliano terminerà nel 2022 ma si tratta di modello di vettura che ormai ha otto anni e che in ogni caso nemmeno durante il suo picco produttivo più elevato, quello dell'anno scorso, ha consentito la piena occupazione. Sono circa 2mila i lavoratori in esubero tra Pomigliano e Nola. Eccendenze che è stato possibile smaltire con i contratti di solidarietà prima e con l'attuale cassa integrazione.                                                                             Leggi l'articolo completo su
Il Mattino