Un matrimonio non finisce mai tra applausi, baci e abbracci. Lascia una scia amara. Perciò chiediamo scusa se raccontiamo qualche frammento della vita di Corrado Ferlaino e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL PROFILO
Lui spiccio di modi, lei raffinata e due volta laureata. La prima volta con Biagio De Giovanni, il maestro prediletto, grazie a una tesi su Marx ed Engels. Patrizia ce l’aveva col professore Giuseppe Galasso, perché era l’unico che non aveva aggiunto la lode al 110, sostenendo che la pronuncia dei nomi spagnoli non era perfetta. Studiando studiando, la giovane donna si esaltò davanti al Decennio Francese - con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat re di Napoli - e si innamorò di Napoleone. Soprattutto gradì le sue leggi in difesa delle donne. Cominciò a collezionare cimeli dell’imperatore, statuine, lettere, pipe. Una traccia è rimasta nello stemma del Napoli, con la N maiuscola di Napoleone su un borbonico campo tutto azzurro. La vita cambiò. Lady Ferlaino fu adottata dal popolo, omaggiata come fosse una principessa. Le era proibito pagare dovunque, dal fruttivendolo, dal salumiere, dal fioraio, Sempre concreta, Patrizia Boldoni contribuì a fare del Napoli un’azienda, oltre che una squadra di calcio. Aprì a potenti e a intellettuali i salotti della casa napoletana e della caprese Villa Mura, rilevata dal principe Filippo d’Assia, marito della sventurata Mafalda di Savoia. Le amabili conversazioni favorivano i buoni affari di famiglia.
IL PERIODO D’ORO
La sua mano delicata toccò anche gli scudetti del Napoli. Si prestò perfino ai riti propiziatori del marito, che alla vigilia di una partita importante doveva vincere a tutti i costi. Patrizia giocava contro di lui in coppia col direttore sportivo Pier Paolo Marino e qualche volte, senza farsene accorgere, perdeva apposta. Il suo contributo fu diretto nell’acquisto di Diego Armando Maradona. Totonno Juliano e gli altri emissari azzurri avevano chiuso l’accordo a Barcellona, ma era passata mezzanotte ed era scaduto il termine per la consegna del contratto. A Milano, sede della Lega, non ci sarebbero stati problemi, una busta vuota era stata spedita in tempo e un amico avrebbe provveduto a infilarvi le carte firmate. Ma la notizia della chiusura non doveva filtrare, altrimenti sarebbe saltato tutto. Franco Esposito, nel libro «Testa alta, due piedi», ha raccontato dell’appello al silenzio rivolto direttamente dalla signora Patrizia. Antonio Corbo, in attesa di partire dalla Spagna, ne fu informato e rivolse la domanda ai colleghi lì radunati con lui. Tutti dissero un complice sì. Patrizia fu testimone oculare del dramma di Maradona. Ne apprezzava il senso di amicizia e di solidarietà. A casa del campione vide tanti amici argentini, ospitati gratis, dormire nei sacchi a pelo nei corridoi. «Aveva un cuore d’oro». Il suo, di cuore, batté per la felicità il giorno del primo scudetto, la riprova che, lavorando bene, tutto si può anche alle nostre latitudini meridionali.
LA CADUTA
Il finale della storia è stato amaro. Nel 2001 il Napoli retrocesse in serie B nell’ultima giornata di campionato, in virtù di una compiacente sconfitta casalinga del Parma contro il Verona. Il ricorso fu presentato proprio da Patrizia Baldoni, anche se il matrimonio già barcollava. La conseguenza sportiva fu l’addio di Corrado Ferlaino al Napoli, ceduto a Salvatore Naldi tramite Corbelli. Era il 2002. Nello stesso anno la separazione della coppia.
Oggi l’ingegnere, ottantasette anni, ha un’altra compagna e gestisce soprattutto un bell’albergo a Ercolano. Patrizia è consulente per la cultura - confermata dopo le dimissioni per un problema con l’Equitalia - della Regione Campania, fortemente voluta dal governatore Vincenzo De Luca, per il quale si è spesa in campagna elettorale, perfino in cucina. Ogni tanto è qualche ispezione della Guardia di Finanza a riallacciare le vite divise di due protagonisti di una lunga stagione napoletana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino