Fermiamo il teatrino dell'immobilismo

Fermiamo il teatrino dell'immobilismo
Per la seconda volta in meno di due mesi, i giudici del tribunale amministrativo della Campania hanno dato ragione al Comune contro il veto del ministero dei Beni culturali alle...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per la seconda volta in meno di due mesi, i giudici del tribunale amministrativo della Campania hanno dato ragione al Comune contro il veto del ministero dei Beni culturali alle griglie di ventilazione previste per la Linea 6 del metrò in piazza Plebiscito. Speriamo di finirla qui. Speriamo che questo teatrino non vada oltre. Sarebbe un grave errore trasformare il Plebiscito nel ring di un eterno incontro di boxe tra le istituzioni, e sarebbe un errore ancora più grave indulgere nella tentazione di bloccare il già lento incedere della metropolitana per un accanimento burocratico.

Per chi si fosse perso nei meandri di questa querelle a suon di ricorsi, proviamo a riassumere: nonostante una prima sentenza del Tar contro lo stop ai lavori imposto dal ministero, il Mibac aveva nuovamente emesso un decreto con cui bloccava (per l’ennesima volta) i lavori al Plebiscito. Nel farlo, il ministero guidato da Bonisoli e dal direttore generale Famiglietti aveva dato prova di un discreto accanimento, mostrando di non tenere nel debito conto né i tempi dell’opera, già biblici, né il rischio paralisi, né l’interesse dei cittadini. E tantomeno il rischio, purtroppo ancora attualissimo, di perdere i finanziamenti europei. E tutto questo nonostante il parere della sovrintendenza, che aveva dato il via libera (motivato) alle grate prima che il partito del No decidesse di alzare le barricate, chiamando in causa addirittura l’Unesco (!). Poi il nuovo stop dei superburocrati del ministero e l’ennesima, sonora bocciatura del Tar.
Intignare, a questo punto (con il ricorso al Consiglio di Stato), sarebbe diabolico. C’è un tempo per la carta bollata e un tempo per il dialogo. È venuto il momento di imboccare con decisione la seconda strada, anziché prolungare all’infinito una guerra Comune-Mibac che rischierebbe di apparire patologica, travalicando i confini di una normale dialettica amministrativa.

  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino