Per la seconda volta in meno di due mesi, i giudici del tribunale amministrativo della Campania hanno dato ragione al Comune contro il veto del ministero dei Beni culturali alle...
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Per chi si fosse perso nei meandri di questa querelle a suon di ricorsi, proviamo a riassumere: nonostante una prima sentenza del Tar contro lo stop ai lavori imposto dal ministero, il Mibac aveva nuovamente emesso un decreto con cui bloccava (per l’ennesima volta) i lavori al Plebiscito. Nel farlo, il ministero guidato da Bonisoli e dal direttore generale Famiglietti aveva dato prova di un discreto accanimento, mostrando di non tenere nel debito conto né i tempi dell’opera, già biblici, né il rischio paralisi, né l’interesse dei cittadini. E tantomeno il rischio, purtroppo ancora attualissimo, di perdere i finanziamenti europei. E tutto questo nonostante il parere della sovrintendenza, che aveva dato il via libera (motivato) alle grate prima che il partito del No decidesse di alzare le barricate, chiamando in causa addirittura l’Unesco (!). Poi il nuovo stop dei superburocrati del ministero e l’ennesima, sonora bocciatura del Tar.
Intignare, a questo punto (con il ricorso al Consiglio di Stato), sarebbe diabolico. C’è un tempo per la carta bollata e un tempo per il dialogo. È venuto il momento di imboccare con decisione la seconda strada, anziché prolungare all’infinito una guerra Comune-Mibac che rischierebbe di apparire patologica, travalicando i confini di una normale dialettica amministrativa.
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Il Mattino